Nella notte appena passata il Presidente Trump ha tenuto il suo importante discorso sullo Stato dell’Unione dove non ha mancato di tornare sul discorso relativo alla decisione americana di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele e sulle polemiche che ne sono seguite.
«Il mese scorso ho anche fatto un’azione approvata all’unanimità dal Senato degli Stati Uniti pochi mesi prima. Ho riconosciuto Gerusalemme come la capitale di Israele» ha detto Trump a un certo punto del suo discorso. «Poco dopo dozzine di paesi hanno votato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite contro il diritto sovrano dell’America di prendere questa decisione» ha poi continuato Trump.
Poi il vero e proprio affondo: «Nel 2016 i contribuenti americani hanno generosamente inviato a quegli stessi paesi aiuti per oltre 20 miliardi di dollari» ha detto Trump. «Questa sera chiedo al Congresso di approvare una legge che garantisca che il denaro dei contribuenti americani non finisca nelle mani dei nemici degli Stati Uniti ma solo agli amici».
Fine degli aiuti a pioggia e senza contropartita
La richiesta del Presidente Trump al Congresso è sotto certi aspetti rivoluzionaria perché introduce il concetto di “aiuti condizionati” che non vale solo per Gerusalemme, presa come esempio, ma vale anche in altri contesti e scenari. Vengono in mente per esempio i generosi aiuti americani al Pakistan che prende centinaia di milioni di dollari dagli USA e poi aiuta i talebani. Vengono in mente gli oltre 250 milioni di dollari al Libano in mano agli Hezbollah e ormai ridotto a provincia di Teheran. Vengono in mente gli aiuti a quelle organizzazioni ONU, come per esempio la UNRWA, che operano palesemente fuori dal loro mandato e che lavorano per la guerra piuttosto che per la pace, che lavorano per complicare i problemi piuttosto che per risolverli.
Quello introdotto la notte scorsa dal Presidente Trump è un concetto giustissimo e che a maggior ragione dovrebbe essere adottato dall’Unione Europea, prodiga di aiuti incondizionati verso regimi autoritari che non solo non sono tenuti a rendicontare ma che molto spesso lavorano palesemente contro gli stessi interessi europei e soprattutto contro la pace.