Per la prima volta in due mesi questo pomeriggio si riunisce il Gabinetto di Sicurezza a Gerusalemme. L’intelligence israeliana, le fonti di informazione delle IDF e ogni tipo di segnale possibile stanno urlando a squarciagola avvertimenti su una imminente operazione iraniana contro Israele.
Lo Stato Ebraico lasciato da solo?
Venerdì scorso il New York Times ha riferito che l’incapacità americana di reagire militarmente agli attacchi iraniani contro un proprio drone e, fatto ancora più grave, contro le infrastrutture petrolifere dell’Arabia Saudita, sta spingendo Riad a compiere passi di avvicinamento verso Teheran.
«La situazione peggiore per i sauditi è passare da uno possibile scontro con l’Iran credendo nell’appoggio americano e scoprire che invece questa Amministrazione è del tutto incapace di rispondere alle minacce iraniane» ha detto al Times Philip Gordon, ex coordinatore della Casa Bianca in Medio Oriente.
I sauditi stanno rivendendo completamente, o quanto meno stanno ammorbidendo, la propria posizione verso l’Iran a causa dell’atteggiamento americano. Questo è un dato di fatto difficilmente contestabile.
Ma questo vuol dire anche che il fantomatico “asse anti-iraniano” che voleva Riad e Gerusalemme sulla stessa barricata si sta sgretolando.
Questo comporta che Israele si troverà ad affrontare la sempre più incombente minaccia iraniana da solo, forse senza nemmeno il supporto americano visto come si sono comportati con l’Arabia Saudita.
Il Gabinetto di Sicurezza
Dicevamo che questo pomeriggio si riunisce a Gerusalemme il Gabinetto di sicurezza. Non è una riunione di routine. Le notizie che arrivano dalle varie intelligence sono davvero molto preoccupanti.
Da giorni funzionari della intelligence israeliana lanciano allarmi sempre più pressanti su una imminente azione militare contro Israele orchestrata dall’Iran galvanizzato dalla vittoria sull’Arabia Saudita e sugli Stati Uniti.
Negli ultimi giorni sia il Primo Ministro Benjamin Netanyahu che il Presidente Reuven Rivlin hanno menzionato “esigenze di sicurezza cruciali” chiedendo la formazione di un governo di unità nazionale.
Gabi Ashkenazi, del partito blu e bianco, recentemente nominato capo del potente comitato per gli affari esteri e la difesa della Knesset, ha parlato giovedì di «molte sfide nel campo della sicurezza, alcune conosciute da tutti e alcune che vengono discusse solo a porte chiuse». Un altro segnale che la situazione è molto seria anche se altri esponenti del partito di Benny Gantz sostengono che «non esiste un reale allarme sicurezza».
Mettere fine ai giochi politici e assumere le responsabilità che la situazione richiede
È arrivato il momento che tutte le forze politiche si assumano in pieno le proprie responsabilità verso il Paese e che si prendano le decisioni che il pericolo incombente su Israele richiede.
L’Iran si è posizionato strategicamente tutto intorno a Israele e non lo ha fatto certo per uno sfizio. L’intenzione iraniana di attaccare Israele non solo è palese, ma è stata più volte apertamente dichiarata dalle più alte cariche iraniane. Quello che sta facendo Teheran è davanti agli occhi di tutti.
Continuare a tenere il Paese in una situazione di stallo politico quando invece ci sarebbe bisogno di un Governo nel pieno delle sue capacità è semplicemente da irresponsabili.
Non ne facciamo una questione di politica. Quando si tratta di difendere Israele della politica non ce ne importa nulla. Ma adesso serve responsabilità e serve prima di subito perché il pericolo è vero ed è imminente.