Terrorismo islamico e immigrazione: allarme in Italia, ma la ricetta è sbagliata

30 Novembre 2013

Il terrorismo islamico minaccia l’Italia e l’Europa tutta. Non è certo una novità ma a preoccupare gli analisti è il terrorismo islamico in franchising, quella forma di terrorismo implementata da singoli individui, cioè dai cosiddetti “lupi solitari”, un pericolo che aumenta esponenzialmente con l’immigrazione dai Paesi islamici.

terrorismo-islamicoA dirlo sono gli esperti riuniti nei giorni scorsi presso la Fondazione Icsa per un convegno dedicato al “Rapporto sul terrorismo internazionale di matrice Jihadista”. Quello che ne emerge è un quadro allarmante che non lascia tanto adito a dubbi sul reale pericolo che corre il nostro Paese.

Come detto preoccupano in particolare i “lupi solitari” quelle persone cioè legate all’ideologia Jihadista di Al Qaeda o di altre organizzazioni minori che però non appartengono realmente a queste organizzazioni, i quali per vari motivi vedono montare l’odio verso l’occidente e i suoi valori. Tra i motivi che destano più preoccupazione è proprio la situazione in cui certi personaggi si vengono a trovare dopo essere immigrati in Italia e dopo che non trovano quello che si aspettavano di trovare. Secondo il capo della polizia, Alessandro Pansa, «in Europa e in Italia non accogliamo bene gli immigrati e ciò rischia di alimentare il fondamentalismo e l’odio nei nostri confronti». Della stessa idea sono il sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti, e il membro del Copasir, Rosa Calipari.

Ora, qualcuno però dovrebbe spiegarmi cosa dobbiamo fare per evitare o quantomeno limitare questo rischio. A sentire cosa dicono questi “esperti” dovremmo accogliere a braccia aperte gli immigrati di fede islamica, li dovremmo accontentare nelle loro richieste, dovremmo fare cioè tutto quello che dicono loro perché in caso contrario potrebbero arrabbiarsi e magari farsi esplodere da qualche parte. Francamente non mi sembra la soluzione del problema. Certo, il fattore umano e l’accoglienza dignitosa verso tutti (non solo quindi verso gli islamici) è un dovere morale sia dell’Italia che dell’Europa, ma il tutto va riportato entro i limiti della nostra cultura e non allargato alla cultura islamica perché altrimenti loro si arrabbiano.

In Italia e in Europa si deve prendere coscienza che mentre per noi la religione appartiene alla dimensione spirituale di ogni singolo individuo ed è quindi soggettiva, per un musulmano l’Islam rappresenta tutto l’insieme della vita e quindi le sue norme comprendono elementi di diritto civile, di diritto penale e persino di quello che noi chiamiamo diritto costituzionale che spesso non coincidono con le nostre. Noi non possiamo cambiare le nostre norme  o adattarle alle loro per la paura di reazioni violente. Questa è una guerra che prima di essere combattuta sul campo va combattuta in punta di Diritto e noi sul Diritto non possiamo cedere.

E allora la ricetta proposta dagli “esperti antiterrorismo” non solo è sbagliata ma diventa addirittura un cedimento di fronte al terrorismo islamico, un cedimento che certo non possiamo permetterci se vogliamo mantenere quella libertà per cui hanno combattuto i nostri nonni.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

7 Comments Lascia un commento

  1. L’emigrazione in terra non islamica è stata incentivata con la garanzia (prodi stesso li rassicurava) che i seguaci del falso profeta avrebbero potuto seguire indisturbati la loro ideologia. Senza questa sicurezza non ci sarebbe stata l’invasione islamica dei nostri territori e il piano kalergi (genocidio del popolo europeo) non avrebbe potuto compiersi. Il piano Kalergi non è un’invenzione dei complottisti; esiste un premio Kalergi assegnato a chi ha contribuito maggiormente alla realizzazione del piano (Merkel 2010; von Rumpuy 2012).
    Uno dei figli dei fondatori di hamas, Mosab Hassan Yousef, nel suo libro “Figlio di Hamas” ed. Gremese, ammette chiaramente che ogni musulmano è un potenziale terrorista omicida, perchè in qualsiasi momento della propria vita potrebbe decidere di fare quel balzo in avanti che gli permette di compiacere allah (uccidere gli infedeli). La soluzione, per un paese normale, ci sarebbe: dichiarare illegale l’islam. Proprio come ha appena fatto l’Angola.
    Questo se fossimo un paese normale e non in mano a sinistri sostenitori del nazismo islamico.

  2. Ho sempre apprezzato i suoi articoli ma questo mi trova molto molto perplesso. “…in Italia non accogliamo bene gli immigrati”… ma se gli stiamo dando TUTTO, stiamo PERDENDO LA NOSTRA PATRIA per ospitarli, dato che in un attimo di storia l’Italia non è più la patria degli italiani ma di popolazioni etnie e culture di ogni tipo. Un vero genocidio. Cosa dobbiamo fare di più UCCIDERCI FISICAMENTE??? Una cosa sola ci sarebbe da fare, la più NORMALE e NATURALE, semplicemente quella che tutti i popoli in tutta la storia dell’uomo hanno sempre fatto: RESPINGERE LE INVASIONI STRANIERE! Ed ormai solo persone alienate o in mala fede possono non riconoscere che l’Italia sta subendo una vera e propria invasione straniera. Un’invasione voluta, programmata e organizzata dal sistema globale, per continuare a disporre di manodopera a buon mercato e sopratutto per disintegrare le comunità nazionali, l’ultimo ostacolo alla costruzione dell’impero capitalistico unico globale, senza più alcuna diversità che possa proporsi ed opporsi ad esso. Si dovrebbe soltanto respingere questi invasori, invece, da popolo DEGENERATO quale siamo diventato, li aiutiamo ad invaderci con tutti i comfort. Ma noi europei abbiamo ormai perso anche gli stimoli più basilari della sopravvivenza, perchè siamo popoli malati ormai allo stadio terminale.

    • non l’ho detto io, ma il capo della polizia, Alessandro Pansa. Io ho riportato quello che ha detto. Legga meglio…… anche quello non in grassetto

  3. Grazie Sig. Londei, ma avevo letto bene. Infatti la mia risposta non era rivolta specificamente a Lei, ma alla frase in sè.
    Comunque Lei afferma che “l’accoglienza dignitosa verso tutti (non solo quindi verso gli islamici) è un dovere morale sia dell’Italia che dell’Europa”. Io ritengo invece che l’accoglienza (che poi non si capisce cosa significhi esattamente) non sia affatto un dovere. Abbiamo “accolto” finora MILIONI di invasori, che hanno alterato drammaticamente la nostra identità-esistenza di italiani. E che ci stanno SOSTITUENDO come popolazione dell’Italia. E’ una tragedia senza precedenti nella storia. Per cui io dico BASTA. Non si accoglie PIU’ nessuno per nessun motivo al mondo. Abbiamo capito che si tratta di un INGANNO per DISINTEGRARE le comunità nazionali europee e trasformarci in un nuovo USA, bestiame indistinto del capitalismo globale. BASTA! Con simpatia e rispetto.

    • Marco
      Sotto certi aspetti da lei menzionati con il sottoscritto si trova perfettamente in linea (sfonda una porta aperta). Credo tuttavia che una certa quota di immigrazione legale sia fisiologica (noi stessi emigriamo tutt’ora) anche se va regolamentata con molta fermezza, non certo quello a cui stiamo assistendo oggi in Italia, cioè “porte aperte a tutti”. Ed è qui che c’entra l’accoglienza dignitosa, quella che si garantisce a chi emigra con tutte le buone intenzioni o chi fugge da teatri di guerra, stando attenti però ai pericoli che si celano dietro ai cosiddetti “rifugiati”. Con altrettanto rispetto e simpatia.

      • Gentile Sig. Londei, io credo che tutti emigrino con le buone intenzioni. O almeno la stragrande maggioranza. Il problema, quando qualcuno vuole entrare in casa tua, non è la sua onestà e probità, ma il fatto che quella è casa tua e se non sei matto a regalarla, dato che te la sei fatta TU con i TUOI sacrifici, vuoi viverci tu con la tua famiglia! Il problema è la quantità oceanica di questa invasione (chiamarla ancora immigrazione lo trovo ridicolo, nessuna immigrazione è mai stata così nella storia) che sta facendoci perdere la nostra unica e piccola patria, dopo secoli di storia e fatica e amore speso dai nostri antenati nel “costruirla”. L’altro fatto essenziale, che si collega al precedente, è che questa migrazione epocale non è affatto spontanea, ma voluta e programmata dall’impero globale, attuata e forzata attraverso la propaganda nei luoghi di partenza come in quelli di arrivo, per disporre della materia prima del capitalismo, la forza lavoro da sfruttare, per distruggere i diritti del lavoro, e per disintegrare le comunità nazionali al fine di favorire la realizzazione di un mega stato unico sempre più grande antidemocratico e totalitario. Solo distruggendo le comunità infatti (le quali per loro natura sono “diverse” e quindi indipendenti) potranno realizzare questo loro progetto perverso. E’ una cosa ben prevista e programmata negli ambienti di comando di questo potere criminale sotto il quale siamo caduti. Riguardo al fuggire dalle guerre, i cosiddetti “profughi”, è strano che siano al 90% solo giovani e forti ragazzotti pieni di salute, (perfetta manodopera quindi), che hanno anche i soldi per pagarsi il viaggio, mentre i veri poveri e le vere vittime restano lì. I nostri padri non sono mai fuggiti dalle guerre, MA LE HANNO FATTE, per conquistarsi la loro libertà e i loro diritti! Nessuno glieli ha regalati. Non sono fuggiti vigliaccamente lasciando a casa le loro donne e i loro vecchi. E’ tutto un inganno in cui vogliono farci cadere, lo ribadisco. Questa è l'”immigrazione” del capitalismo, e null’altro che questo. Essa sta distruggendo noi che ne siamo invasi, ma anche loro che ne sono il materiale umano.

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