Nel tentativo di rassicurare gli alleati regionali in merito alle sue intenzioni sulla Siria, il Presidente americano Donald Trump invia in missione in Medio Oriente il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton.
Obiettivo della missione di Bolton è quello di rassicurare Israele sul fatto che gli Stati Uniti sostengono le azioni israeliane volte a impedire il radicamento iraniano in Siria e quindi gli attacchi preventivi contro le basi iraniane e di Hezbollah in territorio siriano.
In Israele avevano destato preoccupazione le parole del Presidente Trump in merito al fatto che gli iraniani in Siria erano liberi di fare ciò che volevano.
«Appena atterrato è Israele. Non vedo l’ora di incontrare gli alti funzionari israeliani domani per discutere una serie di priorità condivise tra gli Stati Uniti e Israele, incluso il duraturo impegno degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele» twittava ieri sera John Bolton al suo arrivo in Israele.
Ma la missione di John Bolton non si fermerà in Israele. Poi sarà la volta della Turchia dove verrà raggiunto dal Generale Joseph Dunford. Insieme incontreranno il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, con il quale discuteranno di Kurdistan e del più che possibile attacco turco contro le milizie curde alleate degli USA che hanno combattuto ISIS.
Stando a fonti americane che chiedono l’anonimato, John Bolton intenderebbe mettere in guardia Erdogan sul fatto che una offensiva turca in Kurdistan non sarebbe ben vista dagli americani e potrebbe rinforzare lo Stato Islamico. Non è chiaro se Bolton trasmetterà un “consiglio” oppure se intenda minacciare ritorsioni nel caso Erdogan decida comunque di invadere il Kurdistan siriano.
Ritiro americano dalla Siria fortemente rallentato
Intanto il Presidente Trump, forse ascoltando le sagge raccomandazioni dei suoi consiglieri, avrebbe deciso di rallentare fortemente il ritiro delle truppe americane dalla Siria. Appena fatto l’annuncio Trump aveva detto che gli americani si sarebbero ritirati in poche settimane. Ora sembra che lo faranno in quattro/sei mesi il che dovrebbe mettere in sicurezza le forze curde almeno per qualche mese ancora dando loro il tempo di organizzarsi. Addirittura sembrerebbe che non ci sarà un ritiro completo e che alcune forze statunitensi rimarranno comunque in Siria.
Ora, visto il fatto che è difficile star dietro alle dichiarazioni di Trump e ai suoi repentini cambi di direzione, non ci sentiamo di affermare con certezza che Israele e Kurdistan potranno essere rassicurati dalla missione di John Bolton in Medio Oriente, ma di sicuro qualcosa è cambiato rispetto alle prime dichiarazioni di Trump. Forse il presidente americano si è ricordato che solo gli stolti non cambiano mai idea.