E’ scontro aperto tra Israele e Consiglio di Sicurezza dell’Onu sullo status giuridico del Golan. Dopo le dichiarazioni del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sul fatto che il Golan sarebbe rimasto per sempre israeliano, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu fa sentire la propria voce attraverso l’ambasciatore cinese, Liu Jieyi, che attualmente ne detiene la Presidenza.
Ieri il Consiglio di Sicurezza ha riunito i suoi 15 membri (cinque permanenti) per discutere dello status delle Alture del Golan e in particolare di quella parte che dal 1967 è sotto controllo israeliano come diretta conseguenza della aggressione della Siria a Israele. Liu Jieyi ha ribadito che la posizione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in merito allo status giuridico internazionale del Golan non è cambiata e che l’Onu considera le Alture del Golan sotto controllo israeliano un “territorio occupato”. L’ambasciatore cinese ha anche detto che il Consiglio di Sicurezza ha manifestato “profonda preoccupazione” per l’occupazione israeliana delle Alture del Golan e per la dichiarata volontà di non restituire quel territorio alla Siria.
Praticamente immediata la risposta israeliana alle dichiarazioni di Liu Jieyi. L’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha detto che «la discussione sulle Alture del Golan ignora completamente la realtà attuale del Medio Oriente» e ha aggiunto che «il Consiglio di Sicurezza non dovrebbe permettere alle parti con interessi politici di usarlo a proprio piacimento». Infine l’ambasciatore Danny Danon ha denunciato che «mentre migliaia di persone vengono massacrate in Siria e milioni di persone sono diventate profughi per fuggire dalle violenze, il Consiglio di Sicurezza preferisce concentrarsi sull’unica democrazia in Medio Oriente, Israele».
Nel frattempo dice la sua anche la Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC – Organization of Islamic Cooperation) rilasciando una dichiarazione nella quale si condannano le recenti affermazioni del Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in merito alle Alture del Golan. In una riunione straordinaria convocata per discutere proprio del Golan i 57 membri della OIC hanno chiesto alla Comunità Internazionale di assumersi le proprie responsabilità e di «costringere Israele a ritirarsi dai territori arabi occupati». La dichiarazione ha precisato che Israele dovrebbe essere costretto dalla Comunità Internazionale a restituire le Alture del Golan e le Fattorie di Shebaa poste al confine con il Libano. In particolare la Organizzazione per la Cooperazione Islamica si è detta preoccupata del fatto che «Israele cerchi di imporre la propria cittadinanza ai residenti del Golan» con chiaro riferimento alla richiesta della comunità drusa che abita quelle terre di ottenere a tutti gli effetti la cittadinanza israeliana.
Scritto da Sarah F.
Gli islamici, non essendoci mai riusciti con le armi, sfruttano la debolezza dell’occidente per distruggere Israele …
OK, Israele restituisce il Golan alla Siria, la Yugoslavia (cosa sia di specifica competenza oggi non lo so) ci restituisce Istria e Dalmazia, noi restituiamo l’Alto Adige all’Austria, la Polonia restituisce la Prussia la Pomerania e la Slesia alla Germania, la Russia restituisce non ricordo più quali regioni alla Polonia… E facciamo finta che le guerre intraprese e perse e le decine di milioni di morti non ci siano mai stati. E hanno anche il coraggio di dire che la storia la scrivono i vincitori!
Commento di Barbara perfetto…
Mi chiedo perche’ l’ambascoatore cinese guarda la solita paglizza nell’occhio dell’israeliano e non si cura della trave che gli trapassa il suo:LA CINA RESTITUIS
CA IL TIBET AI TIBETANI, tanto per cominciare, e si occupi della mancanza di democrazia,della corruzione dilagante e dello strapotere politico che schiaccia il popolo cinese, DOPO, ma solo DOPO potra’ FORSE
criticare Israele, accodando la sua protesta a quella dei
gia’ noti leccaculi dell’ONU
scusate gli errori, ma il senso era chiaro no ??