Lo Stato Islamico contro tutti ma perde solo il 16% del proprio territorio nel 2016, troppo poco per affermare che gli obiettivi di chi dice di combatterlo siano veramente quelli dichiarati.
Secondo un rapporto diffuso ieri dalla IHS, uno dei maggiori leader mondiali nelle informazioni e analisi critiche nel settore economico, dall’inizio del 2016 lo Stato Islamico ha perso solo il 16% del territorio che controllava in Iraq e Siria e questo nonostante a parole sia l’unico nemico in comune alle tante forze che si confrontano in quel territorio. Russia, Stati Uniti, Iran, Turchia, la NATO, forze irachene, forze siriane e forze curde dicono di combattere lo Stato Islamico eppure Daesh mantiene saldamente il controllo di un territorio grande come lo Sri Lanka perdendo solo alcuni territori di confine con l’Iraq, la Siria e la Turchia e sebbene abbia perso alcuni punti strategici per il suo mantenimento e per l’affluenza di combattenti, come la parte che confina con la Turchia, mantiene intatte le sue potenzialità e la sua pericolosità.
I dubbi su Russia, Iran e Turchia
A prescindere dai dati pubblicati da IHS, non ci tornano i veri obiettivi di Russia, Iran e Turchia. Onestamente non ci pare che tre dei principali attori regionali stiano combattendo lo Stato Islamico come affermano. La Russia è concentrata solo su chi minaccia le sue basi in Siria, cioè il Fronte Al-Nusra e qualche gruppo ribelle minore. Anche l’Iran – e con esso Hezbollah – sono concentrati essenzialmente nel rafforzare la loro presenza in Siria e per farlo anche loro combattono il Fronte Al-Nusra e il Free Syrian Army che controllano i territori di loro interesse. La Turchia di Erdogan poi usa la scusa dello Stato Islamico solo per attaccare le forze curde e solo saltuariamente colpisce obiettivi secondari di Daesh. Ha preso il controllo del confine con la Siria ufficialmente per impedire l’ingresso in Siria di uomini e mezzi dello Stato Islamico, in realtà anche in questo caso la mossa è diretta unicamente a fermare l’avanzata dei curdi mentre il via vai di mezzi e uomini di Daesh continua. Il risultato di tutto questo è in quel misero 16% di territorio sottratto allo Stato Islamico in nove mesi di cosiddetti “combattimenti” che, visto lo schieramento in campo, lascia parecchio perplessi sulla reale volontà da parte di alcuni di combattere lo Stato Islamico.
ISIS funzionale agli interessi iraniani e russi
Quello che appare sempre più evidente è che lo Stato Islamico più che nemico di Russia e Iran appare funzionale ai loro interessi strategici nell’area. E’ stata la scusa del pericolo rappresentato da ISIS a giustificare la presenza russa e iraniana in Siria ma nel concreto combattono tutto meno che lo Stato Islamico. Solo il 16% di territorio perso nonostante una colazione praticamente globale che sostiene di combatterlo dimostra come in realtà siano pochi a farlo. Gli unici che veramente combattono contro Daesh rimangono i curdi e in parte gli Stati Uniti, gli altri lo usano solo come scusa per la loro presenza.
Scritto da Antonio M. Suarez