L’accordo tra il governo siriano e quello iraniano svelato qualche giorno fa, dimostra la debolezza russa come superpotenza. Avendo un alleato come Israele, preoccupato della presenza sciita vicino ai suoi confini, con tanto di visita e colloqui vari tra il Primo Ministro e lo zar, la Russia poteva far valere con l’Iran il suo (presunto) peso massimo da super potenza nucleare.
Invece l’accordo tra il governo alawita e gli ayatollah mette Mosca in una diversa prospettiva. Ora è guardata, giustamente, con sospetto.
Siamo in una zona dove il caos-alleanze confonde forse anche i diretti interessati: Turchia e Iran che vogliono un posto al sole tra le potenze regionali e confessionali, i curdi che pretendono la loro meritata autonomia dopo aver contribuito a sconfiggere ISIS.
In questo caos, se non ci sono nuovi dettagli nell’accordo tra i due regimi (le sorprese abbiamo visto non mancano), l’unico paese di cui Israele si può fidare sono gli USA.
Anche se si muove sotto traccia, quasi a fari spenti, ha già ottenuto alcuni risultati non trascurabili e da non sottovalutare dopo otto anni di dispetti obamiani: ha spostato l’ambasciata nella sua Capitale naturale Gerusalemme, ha tagliato i fondi all’UNRWA, ha difeso lo Stato ebraico nelle sedi ONU e ora si aspetta il lavoro di Jared Kushner per una proposta che sia definitiva di accordo con l’Autorità Palestinese. Se la Russia fallisce si va sull’usato sicuro americano.