E’ davvero incredibile la faziosità di Amnesty International nei confronti di Israele. Una organizzazione mondiale che si definisce “imparziale” e simbolo della difesa dei Diritti Umani, Premio Nobel per la pace, che da anni emette rapporti unilaterali contro Israele tralasciando bellamente di parlare di gruppi terroristici come Hamas.
E anche quest’anno non si sono smentiti. Il loro rapporto su “Israele e territori occupati” non è un rapporto imparziale dove vengono presi in considerazione i contesti e dove si considera lucidamente e in maniera imparziale quello che accade in Medio Oriente, no, è un atto di accusa unilaterale nei confronti di Israele nel quale il ruolo di Hamas e del terrorismo palestinese non solo viene sminuito, viene totalmente decontestualizzato arrivando addirittura a farlo passare come “una conseguenza” degli atti israeliani e non come la causa.
In otto pagine di menzogne, il tutto senza portare una (UNA) sola prova e dove si riportano solo le versioni palestinesi dei fatti, il nome di Hamas viene fatto solo due volte come se il ruolo del gruppo terrorista che tiene in ostaggio la Striscia di Gaza fosse ininfluente e in entrambe viene specificato “l’ala militare di Hamas” come se ci fosse anche un’ala politica estranea a quello che fa l’ala militare. L’operazione “pilastro di difesa” viene descritta come una operazione offensiva quando invece è stata chiaramente una azione difensiva derivata dal continuo lancio di missili da Gaza contro i civili israeliani. Non vi è alcun cenno del fatto che Hamas nascondesse i suoi depositi di armi e i suoi centri di comando in mezzo ai civili, ma in compenso vengono descritte le vittime civili come se fossero il frutto della crudeltà israeliana. Ancora parlano di “blocco di Gaza” e di “gravi conseguenze” per la popolazione civile dimostrando che a Gaza non ci sono mai nemmeno andati e che non hanno fatto altro che riportare paro paro le lamentele del gruppo terrorista che controlla la Striscia di Gaza.
Parlano di “sgomberi forzati” fornendo dati palesemente falsi in maniera deliberata come quando affermano che l’area C (amministrata e controllata pienamente da Israele) rappresenta “oltre il 60% della Cisgiordania senza però specificare che non tutta la Cisgiordania è territorio attribuito alla cosiddetta Palestina e dando così l’impressione che i coloni israeliani rubino terra palestinese. Parlano di distruzione di serbatoi di acqua senza sapere quello che dicono in quanto è impossibile che gli israeliani abbiano distrutto strutture da loro stessi costruite (qualcuno glielo spiega ai cervelloni di Amnesty che ogni struttura in Cisgiordania è opera israeliana?), parlano di demolizione di case amplificando i numeri e senza spiegare che quelle case sono state costruite senza alcuna licenza o concessione edilizia in territorio soggetto alle leggi israeliane. Insomma descrivo una realtà fuorviante al solo scopo di denigrare Israele.
Per non parlare poi di quello che dicono dei detenuti palestinesi descrivendoli come fossero santarellini quando invece sono terroristi o delinquenti comuni. Arrivano addirittura a parlare di “torture” nei loro confronti quando invece basterebbe che facessero come fa da anni la Croce Rossa Internazionale che visita tutti i detenuti palestinesi con cadenza settimana e non ha mai riscontrato alcuna tortura. Anzi, possono studiare e hanno ogni comodità, cose del tutto sconosciute nelle carceri occidentali, figuriamoci in quelle arabe. A proposito, come mai nel rapporto di Amnesty non c’è alcun cenno alle condizioni dei detenuti nelle carceri palestinesi e di Gaza e neppure un accenno alle uccisioni sommarie a Gaza con tanto di trascinamento dei corpi a favore di telecamere?
Insomma siamo di fronte all’ennesima porcata pagata probabilmente dagli emiri del Golfo dove non si valuta in nessun modo quale sia veramente il problema, cioè Hamas e il terrorismo islamico, mentre si cerca per l’ennesima vota di denigrare l’unica democrazia in Medio Oriente, con falsità, omissioni e depistaggi tanto clamorosi quanto evidenti. Ma dov’è l’Amnesty International del Premio Nobel?
Sharon Levi