In questi giorni in cui l’offensiva di Boko Haram in Nigeria sembra essere inarrestabile non posso fare a meno di pensare a quello che successe diversi anni fa in Uganda, troppe sono le analogie per non farci sopra un ragionamento.
Come in Nigeria anche in Uganda diversi anni fa c’era un gruppo ribelle che seminava morte e terrore in tutto il nord del paese. Erano i ribelli del LRA (Lord’s Resistence Army) guidati da quel pazzo sanguinario di Joseph Kony. Quando mi trovai in Uganda proprio a ridosso della più grande offensiva del LRA che portò i ribelli ugandesi a sfiorare la conquista della città di Lira, non certo una città del nord, mi ritrovai in mezzo a una situazione davvero drammatica. Milioni di ugandesi costretti a lasciare i loro villaggi e a rifugiarsi nei campi profughi di Lira, Gulu, Kitgum, Pader e in quelli allestiti un po’ in ogni dove nei vari distretti del nord.
Come per Boko Haram anche il LRA aveva impostato tutto sul terrore. Ammazzavano e mutilavano chiunque gli arrivasse a tiro, a volte mutilazioni davvero raccapriccianti come labbra tagliate con il macete, natiche amputate perché Kony nel suo delirio aveva vietato di usare la bicicletta e via dicendo. E come Boko Haram quelli del LRA non facevano distinzioni di razza o di religione, massacravano tutti e, soprattutto, rapivano centinaia di bambini e bambine per farne dei primi bambini soldato e delle seconde schiave del sesso.
Nessuno di noi si spiegava come mai un esercito potente come quello ugandese (uno dei più forti dell’Africa) non riuscisse ad arginare un gruppo ribelle composto prevalentemente da bambini e con non più di qualche migliaio di effettivi. Kony riusciva da venti anni a tenere in scacco l’UPDF (l’esercito ugandese) e allo stesso tempo aiutava il Sudan nella guerra contro il Sud Sudan. Fu un uomo di Gulu che mi spiegò il tutto. A Museveni, il dittatore ugandese impropriamente chiamato Presidente, faceva comodo che buona parte del popolo Acholi, lo stesso popolo di Kony, fosse costretto a vivere nei campi profughi. Così era del tutto innocuo. Meseveni temeva fortemente il popolo Acholi così preferiva che rimanesse sotto la minaccia del LRA piuttosto che risolvere il problema.
Bene, anche se chiaramente sono stato molto sintetico su quello che avvenne in Uganda (non è così semplice), quella storia mi ricorda molto quella che si sta vivendo attualmente in Nigeria. Boko Haram sta facendo esattamente quello che faceva il LRA, rapisce bambini e bambine, massacra senza pietà non solo cristiani ma anche musulmani, tiene sotto scacco l’intero nord del paese, il tutto con un esercito non proprio ben armato e organizzato. Boko Haram come il LRA è guidato da un pazzo visionario anche se di religioni diametralmente opposte (Kony è un cristiano che si crede una sorta di inviato di Dio, Abubakar Shekau è un islamico estremista che si crede la voce del profeta), rapisce bambini e bambine per farne i primi dei soldati, le seconde delle schiave del sesso, uccide, massacra e mutila senza pietà, ma soprattutto costringe una intera regione a vivere costantemente in stato di emergenza. E guarda caso quella regione è quella che più da fastidio al governo nigeriano esattamente come il nord Uganda dava fastidio a Museveni.
E’ possibile che l’esercito nigeriano non riesca a combattere questi quattro cialtroni di estremisti islamici? Oppure come nel caso ugandese fanno comodo per tenere sotto controllo una intera regione ostile al governo centrale? Chi mi conosce sa che non amo affatto gli islamici, quindi non sono qui a fare una difesa a spada tratta del nord nigeriano islamico, dico solo che mi pare assai strano che un esercito come quello nigeriano non riesca a fermare Boko Haram. Insomma, non vorrei che, come in Uganda, fosse una cosa voluta e studiata a tavolino.
….. allora, qui, come in medio oriente, niente è ciò che sembra? In alcuni posti, la via più breve fra due punti, è un arabesco. Buon lavoro, Sig. Londei.
in realtà Moreno in Africa tutto è molto più chiaro rispetto al Medio Oriente, solo che a volte conviene chiudere gli occhi