Scritto da Maurizia De Groot Vos – È arrivato il momento di cominciare a chiedersi il motivo per cui quando a Washington c’è una Amministrazione che fa capo al Partito Democratico le fughe di notizie – anche gravi – su Israele e le rivelazioni denigratorie contro Gerusalemme crescono in maniera esponenziale.
Lo avevamo visto in maniera molto marcata sotto l’Amministrazione di Barack Obama, ma avevamo pensato che il motivo fosse l’odio viscerale che il Presidente americano nutriva verso il Premier israeliano di allora, Benjamin Netanyahu, e forse anche una certa antipatia verso lo Stato Ebraico in quanto tale.
Più di una volta “anonimi funzionari della difesa americana” avevano fatto trapelare notizie altamente confidenziali riguardanti Israele, notizie che non di rado hanno messo a rischio operazioni dello Stato Ebraico e persino la sua sicurezza.
Per non parlare poi del fatto che quasi ogni decisione di politica estera presa da Obama e riguardante il quadrante mediorientale danneggiava in qualche modo Israele quando non l’intera regione. Uno per tutti, l’accordo sul nucleare iraniano.
Ora, dopo la pausa repubblicana dell’Amministrazione guidata da Donald Trump durante la quale si sono fatti passi avanti epocali per la pace in Medio Oriente (si pensi agli accordi di Abramo, solo per dirne una), si torna di nuovo da capo.
E così tornano le fughe di notizie di “anonimi funzionari della difesa americana” elargite a grandi mani al solito New York Times che danneggiano Israele o quantomeno rendono vana la frase “operazione segreta”.
L’ultima “rivelazione” del New York Times riguarda un attacco informatico che per giorni ha impedito agli iraniani di fare rifornimento alle pompe di benzina e che ha “bucato” i dati delle quote di petrolio immagazzinate in Iran permettendo così di sapere se Teheran violava le sanzioni e con chi le violava. I soliti “anonimi funzionari della difesa” hanno fatto sapere che dietro c’era Israele.
Ma se questa non è una rivelazione grave (e comunque era abbastanza facile capire da chi veniva il “misterioso” attacco informatico) quello che è grave è che puntualmente tornino a farsi sentire quei campanellini che portano agli “anonimi funzionari della difesa americana” che non perdono occasione di parlare con i giornalisti del New York Times in merito alle operazioni segrete israeliane.
E questa volta non possiamo dare nemmeno la colpa a Netanyahu perché al Governo in Israele c’è una coalizione nata apposta per fare fuori lo scomodo Bibi, tanto che comprende anche il partito arabo Ra’am.
Se quindi non è colpa del povero Netanyahu (ormai incolpato anche del pellegrino che scivola su una buccia di banana a Gerusalemme), se non è nemmeno colpa della formazione del Governo israeliano, di chi diavolo è la colpa di tanto astio Dem verso Israele?
Ho l’impressione che la “Sindrome di Obama”, come la chiama l’amico Franco, colpisca nuovamente Israele e che non coinvolga solo la parte apertamente antisemita dei Dem americani, ma che prenda sempre più parti importanti del partito.
E adesso che non hanno più nemmeno la scusa di Netanyahu, come giustificheranno il loro antisemitismo davanti al mondo?