Papa Francesco in Sinagoga senza mai nominare Israele?

18 Gennaio 2016

Può Papa Francesco andare in Sinagoga senza mai nominare Israele? Se mi avessero detto una cosa del genere sabato scorso, cioè il giorno prima della visita del Papa alla Sinagoga di Roma, avrei replicato che sarebbe stato impossibile e che era una follia. Invece è quello che è successo.

Papa Francesco è riuscito nella missione impossibile di andare a fare una “visita di cortesia” ai “fratelli maggiori” ebrei evitando accuratamente di parlare della loro patria, Israele, cioè di quello Stato deputato a difendere gli ebrei dalle persecuzioni alle quali purtroppo anche oggi sono sottoposti.

Per inciso, da buon cristiano non cattolico non amo particolarmente né il Vaticano né il Papa, quindi potrei essere un tantino prevenuto nel dare un giudizio in merito alla visita di Papa Francesco alla Sinagoga di Roma, ma da buon amico di Israele non mi è sfuggito il “capolavoro diplomatico” del Papa, come non mi è sfuggito il mancato riferimento e la mancata ferma condanna al ritorno prepotente dell’antisemitismo in tutto il mondo e in particolare in Europa. Certo, qualcosina ha detto, ma siamo al minimo sindacale. Con quello che sta avvenendo contro gli ebrei mi sarei aspettato parole forti e incisive.

D’altra parte immagino che sia difficile per Papa Francesco parlare di certe cose quando poche ore prima un suo “angelo della pace” aveva massacrato una giovane madre israeliana di sette figli, ennesima vittima di un odio anti-ebraico che non sembra placarsi.

Papa Francesco ha fatto il compitino e se ne è tornato a casa, un compitino da appena sufficiente, una visita di cortesia che francamente ha deluso le aspettative, almeno di coloro – come me – che si aspettavano parole forti e incisive di denuncia contro l’antisemitismo (ri)montante in Europa. Ma con il senno di poi ti viene da dire: cosa pretendi da un Papa che dentro il massimo tempio ebraico in Italia non riesce a nominare Israele nemmeno una volta?

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

4 Comments Lascia un commento

  1. Può dividersi la figura del capo di stato da quella di maestro religioso, nella sinagoga di Roma io penso di sì. Papa Francesco non era obbligato a parlare di Israele. Ma forse a questo punto c’è la questione di cosa si intende per Israele. Personalmente io non condivido alcune scelte politiche del governo di Israele, ma quanta responsabilità ha il popolo di Israele in merito? Io non confondo le due cose. Poi c’è l’aspetto civile e religioso, mi chiedo: dove finisce il popolo di Israele e inizia il popolo ebraico? Può esistere una linea laica di confine? Io spero di sì. Se si generalizza ci si confonde e poi è facile tacciare di antisemitismo chi critica le scelte politiche di uno governo, come è altrettanto superficiale definire una visita “ignorante” se non se ne compreso l’intento e l’aspirazione. Con rispetto, Donato Gagliano.

    • No, non era obbligato a parlare di Israele, nessuno è obbligato a fare nulla, ma lo doveva fare specie in un momento in cui l’antisemitismo rimonta prepotentemente. E per favore, lasciamo stare la storiella che l’antisemitismo sia legato in qualche modo alle politiche di Israele perché sappiamo tutti che non è affatto vero. Il fatto di non essere d’accordo con le politiche dello Stato Ebraico non giustifica in nessun caso l’odio anti-ebraico. Detto questo, Israele è uno Stato laico a tutti gli effetti dove convivono ebrei, arabi e cristiani ed è l’unico Stato in Medio Oriente dove questo avviene (se si fa eccezione – per ora – per il Libano) e dove in Parlamento vi sono deputati arabi che possono permettersi il lusso addirittura di fomentare l’intifada senza essere arrestati. Il Papa doveva nominare Israele e condannare l’antisemitismo e l’antisionismo (che sono la stessa cosa) perché Israele è l’unico posto dove un ebreo può sentirsi al sicuro (e pure un cristiano visto che sono fuggiti quasi tutti quelli che abitavano nei territori a controllo arabo) doveva nominarlo perché è l’unico che garantisce libertà di religione SENZA CONDIZIONI e da protezione ai cristiani, cosa che non fanno invece gli “angeli della pace”

    • allora tutti quelli che non condividono le scelte di Renzi sono legittimati ad essere anti-italiani? Vede, il problema è questo: da millenni stiamo utilizzando due pesi e due misure, pur di giustificare l’ingiustificabile odio antisemita. Un esempio? Pronti!
      – come mai continuiamo a parlare dei profughi palestinesi (700.000 circa nel 1948, lievitati ai circa 7 milioni attuali, nonostante la propaganda palestinese paragoni Gaza, Giudea e Samaria a campi di sterminio – evidentemente conoscendo molto poco la storia e/o la matematica)… e nessuno parla più dei circa 800.000 profughi ebrei cacciati dai vicini paesi arabi dopo il 1948, dopo essere espropriati di case, gioielli, conti correnti… e terreni? Eppure i terreni espropriati a quegli ebrei corrispondevano a circa 5 volte lo Stato d’Israele…
      Di domande come questa ne ho tante… ma non mi voglio dilungare troppo e penso che questo sia già un esempio eloquente.

  2. io non sono rimasta delusa, perché da questo Papa ormai non mi attendo nulla di buono… a parte qualche parolina e qualche atteggiamento ambiguamente gentili…

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