L’ONU costringe la Corte Penale Internazionale a dimenticarsi del Darfur

13 Dicembre 2014

La Corte Penale Internazionale (ICC) ha annunciato ieri di aver congelato qualsiasi indagine e inchiesta sui crimini commessi in Darfur a causa della totale immobilità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ad annunciarlo è stato il Procuratore Generale, Fatou Bensouda, il quale nello spiegare la sua decisione ha detto che «a fronte della totale mancanza di iniziative del Consiglio di Sicurezza ho deciso di congelare qualsiasi indagine sui crimini commessi in Darfur e di concentrarmi su altri crimini».

La Corte Penale Internazionale indagava sui crimini commessi in Darfur ormai da diversi anni e le sue indagini avevano portato alla incriminazione di Omar al-Bashir, Presidente/dittatore del Sudan. Ma nonostante il mandato di cattura internazionale e le accuse gravissime per crimini di guerra e genocidio, la Corte Penale Internazionale non è mai riuscita ad arrestare Al-Bashir che ha potuto continuare a girare praticamente indisturbato in tutto il mondo.

Solo poche settimane fa dal Darfur era arrivata la notizia di uno stupro di massa che coinvolgeva circa 200 ragazze e ragazzine ma il Governo sudanese ha impedito agli ufficiali della ICC di svolgere qualsiasi indagine senza che il Consiglio di Sicurezza intervenisse. Ieri la capitolazione definitiva da parte della Corte Penale Internazionale di fronte a tanta criminale indifferenza.

Evidentemente all’Onu e in tutto l’occidente sono così impegnati ad accusare Israele da dimenticarsi completamente dei crimini veri e dei veri genocidi.

Questo, insieme alla indifferenza su quello che sta avvenendo in Africa Orientale, è senza dubbio uno dei punti più bassi mai toccati dalle Nazioni Unite.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Claudia Colombo

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staff RR

La redazione di Rights Reporter con sede in Israele che porta avanti il progetto RR. Collabora attivamente con le maggiori testate israeliane

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