Sto vedendo, in questi giorni che seguono l’attentato di Eilat, la solita corsa alla condanna preventiva alle azioni antiterrorismo implementate da Israele contro Hamas confondendo (volontariamente?) le stesse con attacchi ai palestinesi. Ebbene, credo che sia arrivato il momento di fare le debite distinzioni tra Hamas e i palestinesi e, per coloro che affermano di voler difendere i Diritti del popolo palestinese, di fare una chiara scelta di campo.
Hamas è un gruppo terrorista che prevede per statuto la distruzione di Israele. Non è, come qualcuno vuol far credere, una forza politica palestinese. Non è un gruppo con il quale si possa in qualche modo trattare e parlare di pace. Loro la pace la intendono esclusivamente in un modo: la completa distruzione e l’annullamento dello Stato ebraico di Israele. Capirete che non è una cosa che si possa accettare. Come non si può accettare che questo gruppo terrorista controlli la Striscia di Gaza come se fosse uno Stato separato rispetto alla stessa Palestina. Sarebbe come se, per fare un esempio, negli anni di piombo italiano le Brigate Rosse fossero state considerate un partito politico e gli fosse stato permesso di avere un lembo del territorio italiano da controllare e dal quale lanciare attacchi contro l’Italia. Per fare un altro esempio di fantasia, l’Italia accetterebbe che a controllare la Croazia fosse un gruppo terrorista che per statuto vuole cancellare lo Stato Italiano e che da quel territorio lancia missili contro la penisola italiana ogni giorno? Non credo che lo Stato italiano rimarrebbe inerte di fronte a una situazione del genere.
Ecco, la situazione di Hamas è molto simile a uno dei due esempi sopra. E’ un gruppo terrorista che controlla con la forza un lembo di terra dal quale lancia attacchi contro uno Stato democratico che vuole annientare.
Discorso diverso invece per i palestinesi e per i gruppi politici che formano l’Autorità Nazionale Palestinese che, per quanto possano essere “ambigui”, almeno hanno un riconoscimento internazionale e mirano a fondare uno Stato Palestinese anche se, magari, attraverso vie non proprio ortodosse (ma di questo sarebbe troppo lungo parlarne ora e lo faremo a tempo debito). In ogni caso l’ANP rappresenta quello che in un futuro prossimo sarà lo Stato di Palestina che, almeno sulla carta, dovrà nascere separatamente da Israele e convivere con lo Stato ebraico in pace. Anche qui ci sono dei punti oscuri (vedere questo sondaggio) ma almeno una impronta di legalità sulla quale lavorare c’è.
Ora, fatte le debite distinzioni tra Hamas e la ANP, ho l’impressione che i cosiddetti filo-palestinesi usino la scusa di appoggiare i palestinesi per appoggiare Hamas, cioè usino il Diritto dei palestinesi di avere uno Stato per appoggiare un gruppo terrorista che come scopo finale ha la distruzione di Israele. E’ una forma di antisemitismo accuratamente nascosta tra i meandri del Diritto. Appoggiare Hamas significa infatti appoggiare l’idea di distruggere lo Stato ebraico di Israele. E non c’entrano niente i Diritti dei palestinesi, sistematicamente violati da Hamas nel silenzio più totale dei cosiddetti “pacifisti”, pronti sempre a condannare le azioni antiterrorismo e di difesa israeliane ma ben disposti a sorvolare allegramente sulle violenze di Hamas sugli stessi palestinesi. Che poi, per dirla proprio tutta, il fatto stesso che Hamas lanci attacchi dalla Striscia di Gaza contro Israele ben sapendo che ad azione corrisponde reazione, mette deliberatamente in pericolo le vite dei civili palestinesi dimostrando, se ve ne fosse bisogno, l’assoluto disprezzo del gruppo terrorista per le vite degli abitanti di Gaza. Chiariamo quindi, una volta per tutte, che il problema della Striscia di Gaza e dei suoi abitanti non è Israele ma è Hamas.
Chiarito questo, vorrei porre una domanda ai cosiddetti filo-palestinesi: state con i palestinesi o state con Hamas? E guardate che non è la stessa cosa per i motivi di cui sopra. Se state con i palestinesi iniziate da subito una lotta contro Hamas e contro i suoi soprusi. Se invece state, come purtroppo credo, con Hamas, cioè non ve ne frega niente delle sorti dei palestinesi ma vi importa solo di condurre una guerra contro Israele, allora ditelo chiaramente e non vi nascondete ipocritamente dietro a Diritti di gente che avrebbe ben altri scopi e obbiettivi per la sua vita (pace, libertà e prosperità). E’ ora di finirla con questa ipocrisia: o con Hamas o con i palestinesi.
Miriam Bolaffi
Pochi di quelli che dovrebbero capire riusciranno a farlo, temo. Gli altri sono in malafede.
questo è un argomento che i sostenitori dei “palestinesi” tendono ad evitare accuratamente ben sapendo che se affrontato rischia di portare in acque molto ambigue.
Condivido in pieno l’articolo di Miriam Bolaffi, che , tra l’altro, ha il pregio di far fare un passo in avanti alla chiarezza. Trovo indispensabile anche lo spirito costruttivo che l’articolista dimostra
quando fa leva, seppur con cautela, sull’impronta di legalità attribuibile all’ANP per i riconoscimenti internazionali di cui gode e sulla quale c’è da lavorare. Riuscirà però l’ANP a modificare alcuni punti del suo programma, primo fra tutti la richiesta ( irricevibile) del cosiddetto diritto di ritorno dei cosiddetti profughi in territorio israeliano? E quanto può favorire un accordo la posizione delle Nazioni Unite,che si ostinano a considerare profughi perfino i bambini palestinesi nati in questo giorno in altri paesi? Siamo sicuri che l’attuale ONU voglia favorire una vera soluzione? Quanto all’ANP non è infondata a tutt’oggi l’ipotesi che non sia in realtà interessata alla soluzione dei due stati. Naturalmente spero di sbagliarmi.