Abu Bakr al-Baghdadi, l’autonominato Califfo dello Stato Islamico, sarebbe stato ucciso da un raid americano nella provincia siriana di Idlib.
Non è la prima volta che il capo dell’ISIS viene dato per morto, ma questa volta la notizia sarebbe confermata da più fonti.
La notizia della morte dell’uomo più ricercato al mondo non può che rendere tutti felici, il mondo sarà sicuramente un posto migliore senza questo nazista islamico responsabile della morte di centinaia di miglia di persone.
Al lato pratico l’uccisione di al-Baghdadi sposta poco o niente. Ormai lo Stato Islamico era in rotta mentre il suo posto veniva preso man mano da Iran e Turchia.
Buona parte degli ex miliziani di ISIS che si sono macchiati di indicibili violenze oggi vestono la divisa turca e sono regolarmente inquadrati nelle milizie islamiche al soldo di Erdogan che qualche mese fa hanno massacrato migliaia di curdi nella zona di Afrin e in questi giorni si sono scatenati sempre contro i curdi in quello che restava del Kurdistan siriano.
Adesso molti analisti di quelli “bravi” si scateneranno nella ricerca del successore di Abu Bakr al-Baghdadi e cercheranno di capire come ISIS si riorganizzerà.
In realtà credo che sia tutto tempo perso. Il successore del Califfo c’è già e la riorganizzazione strategica di ISIS è già cominciata da tempo.
Per capirlo basta farsi qualche domanda. Chi è che brama un califfato globale? Chi è che ha dato a ISIS la sua ideologia? Chi ha aiutato per anni lo Stato Islamico facendoci affari e favorendo il trasferimento di uomini e armi verso il Califfato?
La risposta è: la Fratellanza Musulmana. E chi è il capo indiscusso della Fratellanza Musulmana? Un certo Recep Tayyip Erdogan.
Il centro del nuovo Califfato è la Turchia. Non c’è molto da cercare o da analizzare. Da anni Erdogan lavora a questo obiettivo.
La differenza rispetto a come lo faceva al-Baghdadi è che Erdogan ha un vero Stato alle spalle con relazioni diplomatiche in tutto il mondo, è membro della NATO, ha uno degli eserciti più numerosi al mondo ma soprattutto è più scaltro, sa applicare benissimo la “teoria della gradualità” tanto cara alla Fratellanza Musulmana.
Se Abu Bakr al-Baghdadi veniva giustamente considerato uno degli uomini più pericolosi al mondo, Erdogan dovrebbe essere considerato il più pericoloso, persino più pericoloso degli Ayatollah iraniani. Ha tutti i mezzi e le caratteristiche per esserlo.
Per la galassia islamista sunnita è lui il punto di riferimento. È lui che cerca di mettere insieme ciò che rimane di ISIS e di portarne avanti l’ideologia, e non solo in Medio Oriente ma anche in Europa, in Africa e in Estremo Oriente.
Non voglio sminuire l’uccisione di Abu Bakr al-Baghdadi, è un fatto di estrema importanza, ma al lato pratico l’ex Califfo dello Stato Islamico era già “morto” da tempo. La vera gatta da pelare ora è il suo sostituto. Avremo modo di vederlo nei prossimi mesi.