Le dimissioni di Avidgor Lieberman dalla carica di Ministro della Difesa dello Stato di Israele sono state un errore politico che pochi comprendono, non certo conforme alla persona che dell’astuzia politica aveva fatto la sua miglior arma.
Con le sue dimissioni Lieberman ha fornito ad Hamas una vittoria politica del tutto inaspettata, forse addirittura superiore a quella che avrebbero ottenuto provocando un attacco di vaste proporzioni alla Striscia di Gaza, che poi era quello a cui miravano i terroristi palestinesi.
Basta dare una scorsa ai siti web palestinesi per capire come la retorica palestinese stia sfruttando le dimissioni del Ministro della Difesa israeliano.
Parliamoci chiaro però, quando Lieberman sostiene che il cessate il fuoco è una resa di Israele al terrorismo di Hamas, ha perfettamente ragione. E’ la sua scelta di dimettersi che è sbagliata perché oltre a dare una apparente vittoria militare ai terroristi gli fornisce una micidiale arma di propaganda.
«Il cessate il fuoco è un risultato straordinario per la resistenza palestinese perché è riuscito a cambiare le regole di ingaggio», ha spiegato il dott. Saleh Al-Naami al Middle East Monitor che chiaramente gli da molto risalto, ma la vera vittoria di Hamas non è quella militare per aver ottenuto una tregua dopo l’attacco più potente e massiccio degli ultimi anni, la vera vittoria di Hamas è quella politica perché solo ieri mattina i terroristi palestinesi avevano chiesto a Netanyahu la testa di Lieberman e ieri sera l’hanno avuta, certo, non perché il Premier israeliano lo ha esautorato dal suo incarico come chiesto da Hamas, ma perché Lieberman si è dimesso. Ma per la propaganda palestinese questo dettaglio non conta.
Gli errori di Lieberman
Avidgor Lieberman ha fatto l’errore di confondere il suo essere un uomo politico con il ruolo di Ministro della Difesa. Da politico ha rilasciato troppe dichiarazioni “minacciose” nei confronti di Hamas e della sua leadership, senza poi, da Ministro della Difesa, poterle mettere in pratica a causa di problemi oggettivi. Voleva una invasione di Gaza senza avere né un quadro preciso della situazione, né una strategia di uscita per il dopo. Attaccare a testa bassa e basta. Ma poi cosa sarebbe successo? A tal proposito consiglio vivamente la lettura dell’articolo a firma Ugo Volli pubblicato ieri su Progetto Dreyfus.
Tra le altre cose Ugo Volli scrive:
A Gaza vi è un milione e mezzo di persone che non c’è modo di fare magicamente scomparire. Buona parte fra loro appoggiano i terroristi, che sono forti di parecchie decine di migliaia di uomini armati e hanno usato tutte le loro risorse per preparare tunnel e bunker di difesa, fortemente minati. Questi e i loro centri comando, le loro fabbriche e i loro depositi di armi, sono accuratamente sistemati vicino o sotto case d’abitazione, ospedali, scuole. Naturalmente non è possibile, per ragioni etiche e anche politiche, pensare di “spianare la striscia” con bombardamenti, come scrivono alcuni stupidi o provocatori.
Il punto è proprio questo. Hamas lo puoi contenere ma per il momento non lo puoi eliminare proprio perché per farlo dovresti mettere a rischio decine di migliaia di civili palestinesi e israeliani, senza contare le perdite che subirebbe l’esercito in una guerra fatta di combattimenti tra le abitazioni civili. Ai palestinesi non importa dei civili, anzi, come diceva anni fa l’ex capo di Hamas, Khaled Mesh’al, ogni civile ucciso da Israele è una vittoria per Hamas. Ma l’esercito israeliano ha un’etica da seguire e non può “spianare Gaza” come alcuni vorrebbero.
La visione a largo raggio di Netanyahu
A differenza di Lieberman, il Premier Netanyahu ha invece una visione più ad ampio raggio. Ben sapendo di non poter “spianare Gaza” e quindi di non poter eliminare Hamas, ben conscio che il vero pericolo per Israele arriva dal fronte nord, preferisce contenere i terroristi palestinesi e non infilarsi in una guerra di terra a Gaza che darebbe immediatamente un impressionante vantaggio strategico a Hezbollah e agli iraniani che non aspettano altro per attaccare Israele.
Questo Lieberman non lo ha capito o ha creduto di poter usare politicamente questa delicatissima vicenda per ottenere consenso nel sud di Israele e tra i fautori del “radere al suolo Gaza”. Un errore che ha fornito ad Hamas una vittoria politica reale e di valore inestimabile, forse più dannosa degli oltre 400 missili sparati dai terroristi in 24 ore su Israele.