«La resistenza armata di Hezbollah è una necessità nazionale contro le minacce che arrivano da Israele». Ha esordito così il nuovo primo ministro libanese, Tamman Salam, nominato ieri alla guida del governo di transizione che, secondo le intenzioni del Presidente Michel Suleiman, dovrebbe traghettare il Libano fuori dalla crisi politica innescata dalle dimissioni del governo precedente.
La svolta verso Hezbollah è clamorosa e non lascia adito a dubbi. Salam vuole “nazionalizzare” il gruppo terrorista sciita paragonandolo direttamente alle forze armate regolari. Infatti, non ha caso precisa che «l’eventuale decisione di scendere in guerra contro Israele dovrà essere presa dal Governo e non in maniera unilaterale da Hezbollah».
La mossa di Tamman Salam è piaciuta molto ad Hezbollah e, stranamente, anche all’Arabia Saudita che si è congratulata con il nuovo Premier libanese sia per la nomina che per il discorso su Hezbollah. E’ la prima volta che il Paese simbolo dei sunniti si complimenta per qualcosa che riguarda Hezbollah. Probabilmente in questo caso l’odio verso Israele ha prevalso su quello verso gli sciiti.
Il discorso di Tamman Salam è anche un messaggio verso l’Europa, da mesi sotto pressione affinché inserisca Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici: un eventuale inserimento del gruppo terrorista sciita in quella lista equivarrebbe ad inserirvi lo stesso Libano.
Tra i primi a congratularsi con Tamman Salam per la nomina a Primo Ministro del Libano anche la rappresentante europea per la politica estera, Catherine Ashton, che sicuramente ha apprezzato anche il riferimento fatto dal neo-Premier alla “nazionalizzazione” di Hezbollah, una mossa che aiuta parecchio la politica della stessa Ashton volta a non inserire il gruppo terrorista sciita nella lista nera.
Sarah F.