Secondo l’Agenzia Onu per i palestinesi, UNRWA, circa cinquemila palestinesi sarebbero in fuga dal campo profughi di Raml, nei pressi di Lakatia, dopo che l’esercito siriano ha attaccato a colpi di cannone l’insediamento palestinese.
Testimoni locali riferiscono che tra i palestinesi ci sarebbero decine di vittime. L’esercito siriano, dal canto suo, parla invece di operazione di polizia contro presunti terroristi armati. Un ufficiale dell’esercito di Damasco ha affermato che i palestinesi ricevevano armi vi mare (non si sa da chi) e che il Governo siriano ha interrotto il tentativo dei palestinesi di iniziare una rivolta.
Quello che lascia perplessi è come la vastissima comunità di filo-palestinesi se ne stia assolutamente in silenzio di fronte a questo attacco mirato contro i palestinesi residenti in Siria da parte del Governo di Damasco. Se ad attaccare un campo di terroristi fossero stati gli israeliani si sarebbe scatenato il finimondo, ma se a massacrare deliberatamente i palestinesi è “l’amico Assad”, allora va tutto bene. E’l’ennesima dimostrazione di come l’amore per i palestinesi sia assolutamente strumentale e volto esclusivamente in configurazione anti-israeliana.
Secondo Protocollo Israel