Israele – Palestina: la realtà astratta di Barack Obama

10 Maggio 2014

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Secondo un recente sondaggio fatto in Israele la maggioranza della popolazione israeliana, a prescindere dal colore politico, non ha alcuna fiducia in Barack Obama e nel suo Segretario di Stato, John Kerry, come negoziatori tra Israele e Palestina e li trova addirittura faziosi. Giudica inutili i colloqui di pace in particolare dopo l’accordo tra Hamas e Fatah.

Barack Obama e John Kerry sembrano vivere in un mondo astratto e completamente fuori dalla realtà specialmente quando affermano che “la questione israelo-palestinese” è alla base di tutti i conflitti in Medio Oriente. Basterebbe guardarsi intorno per vedere che i conflitti in Medio Oriente centrano poco con la questione israelo-palestinese e non occorre certo essere grandi esperti di questioni internazionali per vederlo. Anzi, paradossalmente in Medio Oriente l’unica zona relativamente tranquilla è proprio quella che comprende Israele e i territori arabi sotto il controllo di Gerusalemme. Per non parlare poi del fatto che Israele è innegabilmente l’unica democrazia in tutta la regione.

Eppure secondo i due “statisti” il problema rimane la questione israelo-palestinese. Addirittura un alto funzionario americano che affianca John Kerry come negoziatore nei colloqui tra Israele e palestinesi è arrivato ad ammettere palesemente (in condizione di anonimato) la sua ostilità verso Israele e lo ha fatto in una intervista rilasciata al quotidiano Yedioth Ahronoth dove ha lasciato chiaramente trasparire che l’Amministrazione americana era poco interessata ai vari conflitti regionali (di cui per altro è per buona parte artefice) ma che a Barack Obama e a John Kerry interessava solo la nascita di uno Stato arabo palestinese. La Libia va in fiamme? Non importa. In Siria scorrono fiumi di sangue e si rischia che diventi una base permanente di Al Qaeda? Non interessa a Obama e Kerry. In Egitto sono faticosamente riusciti a disfarsi della Fratellanza Musulmana e cercano di costruire una moderna democrazia? Vanno puniti perché hanno rovinato il sogno di Obama di vedere i Fratelli Musulmani al potere in tutto il Medio Oriente. Hamas e Fatah tornano insieme dopo anni di lotte intestine e Israele interrompe i colloqui di pace perché non può chiaramente trattare con chi si allea a un gruppo terrorista? La colpa è di Gerusalemme che ha provocato questo accordo rifiutando di liberare altri terroristi assassini. Questo è in breve il pensiero di Barack Obama e del suo anfitrione, John Kerry.

A questi due “statisti” poco importa che durante questi mesi Abu Mazen non solo abbia rifiutato qualsiasi accordo o riconoscimento di Israele ma che più volte nei suoi discorsi si sia rifatto alla “dichiarazione di Khartoum” dei famosi “tre no a Israele”. Per loro è tutto normale e la nascita di uno Stato Palestinese resta la priorità a qualsiasi costo.

Francamente ci danno l’impressione di aver perso qualsiasi contatto con la realtà della politica internazionale, di non sapere che pesci prendere e così di dare la colpa di tutto questo alla questione israelo-palestinese.

John Kerry ha più volte affermato che lo status quo tra Israele e Palestina andava rivisto, ma a ben vedere è proprio quello status quo a garantire l’unica oasi di relativa tranquillità in Medio Oriente. Se questo non è essere fuori dalla realtà cos’altro è?

Scritto da Noemi Cabitza

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

7 Comments Lascia un commento

      • Un Bignami sarebbe inutile; certe “incrostazioni” non le togli con le buone letture. Io li considero prevenuti, anzi, in assoluta malafede. Sarebbe stato opportuno che sapessero la verità sulla questione “palestinese” quando andavano al college (o anche prima); ora è troppo tardi.

  1. Quello che più preoccupa oltre alla faziosità del amministrazione Obama è il silenzio dei media americani su tutta la disastrosa politica internazionale di Obama , e di certo non si può sperare che le critiche arrivino dal inesistente europa .

    • Giusto Mirko il silenzio (e addirittura la complicità) dei media americani fa pensare che la tanto ventilata libertà di stampa negli USA sia ormai solo un eufemismo

  2. Parole, parole, parole…. come la canzone di Mina, solamente parole che il vento ha ormai soffocato. La verità e’ sotto gli occhi di tutti, e l’accordo di Abu Mazen con Hamas, organizzazione terroristica riconosciuta anche dall’ONU, incredibile dictu, ha permesso di capire quanto false erano le parole del palestinese durante i colloqui.
    Obama non ha fatto una piega, come tutti si aspettavano, e chissà che ora Israele abbia finalmente aperto gli occhi, e che abbia capito che alle prossime false richieste di colloqui di pace da parte palestinese, la deterrenza e la determinazione a non liberare più nessun assassino siano regole indiscutibili.

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