Tutto come al solito. Quando si tratta di distinguere tra Israele e palestinesi l’Onu non ha dubbi. Israele è cattivo e i poveri palestinesi sono le vittime di questa “cattiveria”. Al palazzo di Vetro non passa minimamente per la testa che Israele, da sempre in stato di guerra in quanto sotto minaccia di distruzione, non possa usare gli stessi parametri che usano tutti gli altri Paesi in pace.
E così arriva l’ultima sparata di quell’inutile e costosissimo organismo filo-islamico che è la Commissione per i Diritti Umani dell’Onu, un organismo che si guarda bene di andare a veder cosa succede nei paesi arabi ma che si concentra 365 giorni l’anno unicamente su quello che fa Israele inventandosi per di più assurde violazioni dei Diritti Umani. A farla (la sparata) è stato il Relatore speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Richard Falk, il quale non volendo perdere il treno della propaganda che in questi giorni viaggia sui binari dello sciopero della fame di molti prigionieri arabi incarcerati in Israele, ha emesso un comunicato dove definisce “le violazioni dei Diritti Umani contro i palestinesi nelle carceri israeliane, una cosa spaventosa”. Proprio così, una cosa spaventosa.
Ora, le carceri birmane sono una cosa spaventosa, quelle indiane, quelle arabe, quelle iraniane, quelle turche, quelle siriane sono una cosa spaventosa. I palestinesi arrestati e detenuti in Israele, tutti per buoni motivi e non illegalmente, mangiano tre volte al giorno, hanno la TV, internet. Molti hanno persino il cellulare. I familiari li possono incontrare quando vogliono e senza restrizioni. Insomma, sono detenuti in maniera assolutamente civile e nel pieno rispetto dei loro Diritti Umani, cosa che per esempio non avviene nelle carceri palestinesi della ANP o, tanto meno, in quelle di Hamas. Ma il sig. Richard Falck, che non è nemmeno mai andato a vedere come vivono i detenuti palestinesi (ameno per quanto ci risulta da una breve indagine) sostiene che vivono in maniera spaventosa.
Il problema è sempre quello: quando qualcuno vuol far parlare di se tira fuori la storia dell’israeliano cattivo e del povero palestinese buono. Quale miglior occasione dello sciopero della fame di qualche centinaio di delinquenti palestinesi? Solo che è ora di finirla con questa manfrina portata avanti da personaggi super pagati che esprimo opinioni senza nemmeno andare a vedere. Si cerchino i veri violatori dei Diritti Umani invece di continuare a criticare chi non lo merita difendendo così i terroristi.
Sarah F.