In Iran cominciano a fare i conti con la più che possibile decisione americana di uscire dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) e passano direttamente alle minacce.
In una intervista alla CBS che andrà in onda domenica prossima, il Ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha detto che nel caso gli Stati Uniti decidano di uscire dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) e quindi di ripristinare anche le sanzioni economiche a Teheran, in Iran sono pronti a riprendere il programma nucleare in pochissimo tempo e ad implementarlo più velocemente di prima.
«Abbiamo studiato una serie di opzioni» ha detto Zarif alla CBS «tra queste c’è anche quella di riprendere le nostre attività nucleari a una velocità molto maggiore a quella di prima dell’accordo».
In sostanza quello che dice Zarif è che nel caso il Presidente Trump decida di uscire dal JCPOA in Iran sarebbero pronti a riprendere velocemente la corsa verso la bomba atomica.
Zarif ha poi ammonito che nel caso gli Stati Uniti escano dall’accordo a cadere sarà tutto l’apparato, quindi anche gli accordi presi dall’Iran con il resto del mondo. «Ovviamente il resto del mondo non può chiederci di implementare unilateralmente un accordo che è già stato infranto» ha ammonito Zarif. «Gli Stati Uniti e il resto del mondo rimpiangerebbero amaramente una decisione simile» ha poi minacciato il potentissimo Ministro degli Esteri iraniano.
Qualche mese fa i deputati repubblicani Peter Roskam e Liz Cheney avevano presentato un disegno di legge denominato “Iran Freedom Policy and Sanctions Act” nel quale si chiedono alcune variazioni all’accordo sul nucleare iraniano come per esempio l’accesso degli ispettori a tutti i siti, compresi quelli militari, senza alcun preavviso, la fine dei test missilistici e altre misure mirate a mettere seriamente sotto controllo il programma nucleare iraniano, tutte cose che l’Iran ha già detto di non voler accettare anche se questo vorrebbe dire spingere gli Stati Uniti a uscire dal JCPOA.