“Inonda la zona di merda”: il metodo Bannon funziona ancora

5 Gennaio 2021

Il sottotitolo potrebbe essere: come la disinformazione ha travolto la democrazia americana e non solo (la Gran Bretagna con la Brexit, per esempio).

A quattro anni dalla vittoria di Trump su Hillary Clinton ci accorgiamo che il metodo Bannon, cioè inondare il web di fake news o di disinformazione, funziona ancora.

Ce ne siamo accorti nel sentire la telefonata di un’ora tra il Presidente Trump e il segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, durante la quale il Presidente uscente ha inondato il povero Raffensperger di così tante fake news da rendere impossibile qualsiasi controllo.

Appunto, il metodo Bannon, cioè inondare di merda il tuo obiettivo, buttarne così tanta che sarà impossibile verificare se sia merda o cioccolato.

Tuttavia a un certo punto anche questa fiumana di disinformazione trova un argine, specialmente in una democrazia come gli Stati Uniti dove a decidere cosa è legale e cosa non lo è ci sono persone preposte.

Nel caso specifico della Georgia la persona si chiama Gabriel Sterling, cioè il responsabile dei sistemi di voto per l’ufficio del Segretario di Stato in Georgia.

Sterling è repubblicano e ieri, parlando in una conferenza stampa, ha messo in chiaro come stanno le cose confermando che nelle loro indagini non hanno trovato nulla di illegale smontando definitivamente la teoria del complotto inventata da Trump. Trovate la conferenza stampa di Sterling proprio qui sotto.

Ora però occorre tornare al metodo Bannon perché non riguarda solo gli Stati Uniti ma riguarda (e ha riguardato) anche l’Europa e l’Italia.

Mentre in molti pensano che il metodo Bannon sia stato usato più che altro dalle destre, cosa in parte vera, io penso che in realtà – almeno in Italia – ad usarlo principalmente siano stati i grillini che per anni hanno inondato di merda il web e coperto di insulti chiunque osasse contraddirli.

Un giornale grillino si è pure specializzato nel metodo Bannon tanto da superare largamente quelle testate di destra che sulle fake news e sulle montagne di merda ci hanno costruito la loro seppur piccola base di lettori.

A dire la verità questo tipo di comunicazione mi ha sempre fatto pensare più a quella di Joseph Goebbels piuttosto che a quella di Steve Bannon, però ai tempi di Goebbels non c’erano i social media che il Casaleggio americano ha saputo sfruttare molto abilmente durante le scorse elezioni.

Ecco, la questione di Trump mi fa venire in mente quanto possa essere pericoloso per una democrazia un metodo come quello studiato da Bannon (e poi copiato da Casaleggio).

Il problema è che per quanto si sia cercato di fermare il fenomeno (penso ai siti di debunking o ai limiti imposti o auto-imposti ai social) il sistema non solo è ancora pienamente operativo, ma funziona pure, almeno a vedere in quanti ancora credono che le elezioni negli Stati Uniti siano state truccate o che Di Maio possa fare il Ministro degli esteri.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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