E finalmente manovra del popolo fu. Dopo mesi e mesi di tira e molla con l’Europa, dopo aver mandato lo spread sulle montagne russe e perso qualche miliardo di euro per strada, dopo “non molleremo di un millimetro”, sconfitta la povertà, annullato l’immigrazione e stabilito che sarà sempre Natale, il governo giallo-verde si è degnato finalmente di farci leggere la manovra del popolo.
Solo che qualcosa non torna. A parte il metodo davvero esecrabile di tagliare fuori completamente le due Camere da qualsiasi discussione arrivando all’ultimo istante con una bella richiesta di fiducia, cosa che proprio leghisti e grillini (specie questi ultimi) hanno sempre criticato quando erano gli altri a farlo (ma mai in questo modo), nella manovra bel popolo sono spuntati diversi “regalini” ai pensionati e alla classe media, poca quota 100, poco reddito di cittadinanza e molto, moltissimo indebitamento. Di tagli alle tasse e provvedimenti per lo sviluppo poco o nulla, cosa che per altro si sapeva già.
Ci sono diverse letture della manovra del popolo, quasi tutte critiche. Persino su Il Fatto Quotidiano si leggono alcune critiche. Dove andremo a finire?
Lasciamo a quelli bravi il compito di contestare la manovra nel merito e guardiamola con i nostri occhi, cioè non quelli dell’economista da tastiera ma con quelli di quel popolo che lo scorso marzo ha creduto alle fandonie di Salvini e Di Maio, guardiamola con gli occhi del contadino dell’alta valle del Metauro.
Al sud stavano aspettando trepidanti il reddito di cittadinanza. Solo che ci sarebbero voluti qualche decina di miliardi per darlo a tutti, così lo daranno solo per qualche miliardo e ancora non si sa né a chi né come.
Al nord aspettavano la riduzione delle tasse, anzi, aspettavano la famosa flat tax. Per non parlare dell’abolizione della Fornero. Stesso discorso, mancano i soldi. Un po’ di flat tax per pochi intimi e quota 100 a mammeta.
Ma va tutto bene, non vi preoccupate, loro quelle cose nella manovra del popolo ce le hanno messe, sono li, scritte nero su bianco. Chi dice il contrario è un nemico del popolo e va messo alla gogna. Mancano i soldi, ma questo è solo un dettaglio secondario e comunque è colpa dei governi precedenti se i conti non tornano, non delle mirabolanti promesse elettorali.
E’ questo il messaggio che vogliono far passare: le promesse elettorali sono state mantenute.
Ma davvero? Davvero vogliono insultare l’intelligenza degli italiani in maniera così spudorata? Non serve essere economisti per capire quanto menzognero sia questo messaggio. Persino una mente come la mia, quella cioè del contadino dell’alta valle del Metauro, ci arriva.
Amici che avete votato questo governo svegliatevi, vi stanno, ci stanno prendendo per i fondelli confidando nella vostra/nostra pretesa di un qualche cambiamento.
E proprio “governo del cambiamento” lo chiamano, furbi fino all’inverosimile. Solo che ci si aspettava un cambiamento in meglio, non una ciofeca simile.