«Per decenni, gli arabi israeliani sono rimasti senza alcuna influenza. Ora, tutti sanno che siamo i voti decisivi per quanto riguarda la politica israeliana».
Con queste parole dette da Mansour Abbas, capo del partito arabo Ra’am, ad un giornalista del canale in lingua araba Hala TV, ha reso benissimo l’idea di cosa aspetta da ora in poi a Israele.
Ho l’impressione che le rivolte degli arabo-israeliani delle scorse settimane, quando Israele rispondeva agli attacchi di Hamas, abbiano impaurito più di quanto si credeva gli israeliani.
La coalizione di Governo che si è appena formata in Israele non ha nulla che faccia pensare ad un Governo che possa affrontare le durissime sfide interne ed internazionali che lo aspettano.
Dentro c’è tutto e il contrario di tutto. L’unico collante sembra essere l’odio per Benjamin Netanyahu.
Voglio vedere cosa succederà al prossimo attacco di Hamas contro il sud di Israele, o cosa succederà quando una famiglia araba che ha costruito illegalmente dovrà lasciare la propria abitazione.
E cosa farà il primo Governo arabo-israeliano della storia di Israele quando immancabilmente il cinico Abu Mazen lo metterà alla prova alzando il prezzo su qualsiasi cosa e su qualsiasi argomento?
Che poi Mansour Abbas ed il suo partito vengono definiti “islamisti conservatori”. Cosa diavolo vuol dire? E, soprattutto, puo essere un partito arabo conservatore affine all’altrettanto conservatore partito di Naftali Bennett?
A occhio è una definizione tipo quella con cui si potrebbe definire una destra islamica tipo Hamas. Non proprio il massimo direi.
Sinceramente ho sempre pensato che prima o poi sarebbe arrivato il momento in cui in Israele gli arabi sarebbero saliti al potere. Ma ho sempre sperato che in qualche modo gli israeliani sarebbero riusciti ad evitarlo.
Evidentemente sbagliavo. Ripeto, penso che la guerra civile sfiorata nei giorni dell’aggressione di Hamas a Israele abbia inciso non poco in questa decisione.
Ma se vogliamo guardare il lato positivo della faccenda, ora finalmente vedremo cosa fa un partito islamico conservatore quando governa un Paese, se cioè pensa prima a Maometto o al bene della patria.