Su Gerusalemme capitale ci vuole un po’ di sano realismo

13 Gennaio 2017

Chi tra gli amanti di Israele non vorrebbe Gerusalemme come capitale indivisibile dello Stato Ebraico? Credo che su questo tutti concordino e così quando il Presidente Eletto Donald Trump ha annunciato l’intenzione di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, il che equivarrebbe a un riconoscimento di Gerusalemme capitale, tutti gli amici di Israele hanno gioito.

Tuttavia temo che non sarà così facile e immediato. Prima di tutto in Medio Oriente molto spesso i desiderata si devono giocoforza scontrare con la realtà sul terreno e con un sano pragmatismo e in questo momento ritengo che trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme vorrebbe dire scatenare una rivolta araba (per altro minacciata a più riprese) su vasta scala, un fatto questo che incendierebbe ulteriormente un quadrante già in fiamme. Poi ci sono delle difficoltà oggettive legate alla politica internazionale e a suoi equilibri che nemmeno Trump può evitare di valutare con attenzione.

E sinceramente credo che nemmeno Netanyahu ci creda troppo al trasferimento nel breve periodo dell’ambasciata americana a Gerusalemme. Il Premier israeliano è troppo pragmatico per pensare seriamente che un passaggio del genere possa avvenire senza conseguenze e con Israele praticamente sotto assedio a nord e a sud non credo che valuti una mossa del genere come “intelligente”. Netanyahu sa benissimo che le priorità di Israele sono ben altre.

Resta inteso che la volontà espressa da Donad Trump è lodevole e senza dubbio apprezzata a tutti i livelli, ma la realtà sul terreno e il difficilissimo quadro mediorientale imporrebbe quantomeno un po’ di prudenza. Sulla questione sarebbe quindi auspicabile un po’ di sano realismo e non attendersi decisioni immediate. E’ vero che al Senato americano sono impazienti e spingono per una decisione in tal senso in tempi brevi, ma è stupido negare che in questo momento lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme non solo non rientra tra le priorità che la nuova Amministrazione americana dovrà affrontare dopo i tanti disastri di Obama, ma che addirittura potrebbe peggiorare il quadro generale finendo per danneggiare lo stesso Israele.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

4 Comments Lascia un commento

  1. Non scoppiera’ solo una rivolta…Succedera’ un gran casino. Ridare Gerusalemme al Popolo di Israele, significherebbe insinuare che l’Islam e il Cristianesimo sono (o siano) due Religioni fasulle. Sarebbe piu’ pratico aspettare una risposta dal Vero Dio…Anche se i tempi di nostro Signore sono molto lunghi.-

    • non vedo come il riconoscimento di Gerusalemme possa insinuare che l’islam e il cattolicesimo sono due religioni fasulle, al massimo potrà confermare che l’ebraismo è il padre delle altre religioni monoteiste. Detto questo conconcordo su tutto con Franco

      • Considerando come si sono sempre comportati questi figli ingrati e considerando che oggi sono complessivamente 4.000.000.000…Per non sbagliare lascerei le cose come stanno.-

  2. I tre maggiori scogli alla realizzazione di una qualsiasi “pace” con i palestinesi,
    sono Gerusalemme, il diritto al ritorno, e l’assoluta negazione del riconosci men to di Israele come stato ebraico. E’ certo che che il trasferimento della ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, scatenera’ nuove intifade, nuovi attentati, e una possibile sanguinosa guerra; ma mi domando, se mai i palestinesi,o gli Hetzbollah iraniani, o Hamas, o altri abbiamo mai avuto bisogno di una scusa per tentare da oltre 70 anni di distruggere Israele. Concordo sul fatto che forse i tempi per questo,non siano maturi, e che Israele ha priorita’certamente piu’ importanti da affrontare, ma credo anche che una volta per tutte, i palestinesi abbiano bisogno di un forte urlo nelle orecchie”AVETE ROTTO LE PALLE” con i vostri
    NO! e ancora di piu’ di avanzare pretese assurde.Ecco; intanto ci prendiamo
    Gerusalemme come capitale,poi i profughi ve li mettete dove vi pare ,ma certo non in Israele,e la terza scusa,alla fine si dissolvera’ automaticamente,perche’
    una volta stabilite le prime due, chissene frega se non riconosceranno la
    ebraicita’ di Israele come stato degli ebrei. Adesso che il grande traditore di
    Israele, il nemico filo-islamico, il perfido Amalek, cioe’ l’ex presidente obama
    esce dalla Casa Bianca, un tentativo si potrebbe anche fare,altrimenti credo
    che lo status quo durera ancora per altri lunghi anni senza una soluzione.

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