Se la Germania non avesse ritirato le sue critiche alla Turchia e non avesse rivisto le sue riserve sull’ingresso di Ankara nell’Unione Europea tre milioni di immigrati turchi in Germania avrebbero messo a rischio la tranquillità sociale de tedeschi.
Questo è il ricatto che, secondo lo Spiegel, avrebbe fatto l’ambasciatore turco al Ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, che lo aveva convocato per protestare contro la durissima repressione in Turchia. In una dichiarazione successiva all’incontro, avvenuto venerdì scorso, l’ambasciatore turco in Germania, Hüseyin Avni Karslioglu, in merito alle critiche rivolte dalla Merkel all’operato di Erdogan ha esortato il Cancelliere tedesco a “tenere in forte considerazione le migliaia di aziende tedesche che operano in Turchia” ma soprattutto “i 3,5 milioni di fratelli di sangue che vivono e votano in Germania”. Ma il grave arriva dopo. Secondo fonti dello Spiegel l’ambasciatore turco avrebbe minacciato di organizzare grandi manifestazioni di massa dei cittadini turchi residenti in Germania contro la Merkel e contro il suo governo arrivando a minacciare la pace sociale. Un vero e proprio ricatto in perfetto stile mafioso.
Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’ambasciatore turco presso l’Unione Europea, Egemen Bagis, il quale parlando ai giornalisti ha detto che “la sig.ra Merkel commette un errore se pensa di trovare materiale politico interno criticando la Turchia” aggiungendo che “la Germania ne potrebbe subire gravissime conseguenze economiche e sociali anche considerando la numerosissima colonia turca”. Anche in questo caso, come si può vedere, si evocano i 3,5 milioni di turchi residenti in Germania per minacciare una sorta di rivolta sociale.
In sostanza il Governo turco ha minacciato di usare i milioni di turchi residenti in Germania come una quinta colonna per minacciare la pace sociale se la Merkel, e quindi la Germania, non avessero fatto un passo indietro nelle critiche al regime turco e se la Germania avesse continuato ad opporsi all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea come aveva fatto fino a pochi giorni fa.
E il ricatto è effettivamente servito se si guarda a quanto successo ieri quando la Germania ha rimosso le sue riserve durante la riunione dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea che ha deciso di andare avanti nella procedura di ammissione della Turchia nella UE.
Per assurdo proprio queste minacce mafiose turche sarebbero un chiaro messaggio di inidoneità della Turchia ad entrare in Europa, invece la Merkel ha dovuto capitolare per salvaguardare la pace sociale in Germania. E ancora c’è chi, come Emma Bonino, sostiene che far entrare la Turchia (e milioni di turchi) in Europa è una cosa giusta e buona. Così tra qualche anno tutta l’Europa e non solo la Germania sarà ostaggio dei ricatti mafiosi di Erdogan.
Noemi Cabitza
A ricatto si dovrebbe rispondere con un controricatto: se la turchia si ostina a non rispettare il legittimo diritto dei cittadini di esprimere il proprio dissenso contro la distruzione di un parco pubblico (oltre che storico) per far posto ad un centro commerciale o a un’ennesima moschea, tutti i turchi islamici residenti in germania dovrebbero avere un permesso speciale per andare a sostenere i loro connazionali. Biglietto gratuito di sola andata. Scommetto che in europa ci sono milioni di lavoratori non islamici pronti a prendere immediatamente posti lavorativi (o assistenziali) lasciati liberi. (tutte le minuscole sono volute)
merdogan è un P.. di M…. un nazista anzi un nazi-islamico che tra pochi giorni andrà a Gaza per rendere omaggio ad Hamas. E questi lo vogliono in Europa. Forse è meglio iniziare a pensare a come uscire dall’Europa