Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la notizia del rapimento avvenuto a Gaza di Vittorio Arrigoni, noto attivista filo-palestinese, da parte di un gruppo islamico legato ad Al Qaeda che si oppone ad Hamas. I quadisti chiedevano, in cambio della liberazione di Arrigoni, di liberare alcuni loro leader arrestati in marzo proprio da Hamas. Nella notte il tragico epilogo con la morte di Vittorio Arrigoni.
Ancora scarne le notizie sulle modalità dell’omicidio dell’italiano. Secondo la radio militare israeliana Arrigoni sarebbe stato giustiziato per impiccagione mentre Hamas parla di “morte per soffocamento”. Di sicuro si sa che la polizia di Hamas aveva individuato la prigione dove Arrigoni veniva tenuto in ostaggio e che avevano tentato un blitz per liberarlo. Non è chiaro se Arrigoni sia stato giustiziato prima o a seguito del blitz delle forza di Hamas. La Farnesina ha confermato la morte del cittadino italiano.
Poco chiare anche le motivazioni di questo sequestro e omicidio. Arrigoni era molto stimato da Hamas e più in generale dalla popolazione di Gaza per il suo impegno anti-israeliano. Colpire Arrigoni significava quindi colpire Hamas. E’ chiaro che siamo di fronte a una lotta intestina tra gruppi terroristici islamici e non , come aveva squallidamente affermato ieri un noto sito filo-palestinese, ad una manovra dei servizi segreti israeliani.
Al di fuori della completa diversità di idee con Arrigoni, al di fuori delle squallide strumentalizzazioni come quella del noto sito filo-falestinese citato sopra, esprimiamo il nostro rammarico per la morte di una persona che comunque, pur essendo dall’altra parte della barricata, è sempre stato coerente con le proprie idee di sostegno incondizionato al popolo palestinese.
Secondo Protocollo