Ci risiamo. Sulla Striscia di Gaza l’Onu mette in scena il solito teatrino di falsità e luoghi comuni trito e ritrito ma che fa sempre bene al portafoglio delle sempre più esauste casse delle Nazioni Unite in cerca spasmodica di finanziamenti. E chi meglio dei “poveri palestinesi” può risolvere questo problema? Solo che qualche volta anche con le menzogne si esagera.
E’ il caso di quanto successo ieri al Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu, sempre più un organismo antisemita (e quando dico antisemita intendo proprio antisemita, non anti-israeliano o antisionista), dove un ricercatore indipendente delle Nazioni Unite, tale Richard Falk, sin qui famoso solo per le sue allegre notti all’Hotel Al-Mathaf (uno dei tanti Hotel a 5 stelle della Striscia di Gaza) e per le sue recensioni dei ristoranti di Gaza City, ne ha sparate una più grossa dell’altra dimostrando che ha parte la spiaggia e il bar del succitato Hotel ha girato bene poco lungo la Striscia di Gaza.
Secondo Richard Falk “la Striscia di Gaza ha bisogno di urgente attenzione e non può essere lasciata alla mercé dell’occupazione israeliana”. Fermi tutti, ma ha detto proprio occupazione israeliana? Qualcuno vuol spiegare a questo buffone super pagato che la Striscia di Gaza non è più occupata da Israele dal lontano 1994? Qualcuno gli vuol dire che Gaza è occupata da Hamas? No perché confondere i miliziani di Hamas con i soldati dell’IDF denota che il signore in questione ha una certa predilezione per il vasto allestimento di liquori del Al-Mathaf Recreational and Cultural house. Ma il sig. Falk non si è fermato qui. Ha detto che il 70% della popolazione di Gaza dipende dagli aiuti internazionali per la sopravvivenza e che il 90% dell’acqua è “inadatto al consumo umano”. Chissà se quando ha detto così pensava alle tante fontane di acqua zampillante all’interno del lussuoso Hotel che lo ospitava o pensava al sapore di cloro che aveva l’acqua della piscina dove passava buona parte della sua giornata. Qualcuno gli avrà spiegato che effettivamente quell’acqua non è proprio adatta al consumo umano? Ma soprattutto, qualcuno gli avrà detto che l’Unione Europea ha finanziato per ben tre volte la costruzione di un desalinizzatore dal costo di 300 milioni di euro e che ogni volta i soldi sono finiti nelle tasche di Hamas e trasformati in missili da sparare contro Israele? Infine, qualcuno gli avrà detto che gli aiuti umanitari di cui parla e dai quali secondo lui dipende la sopravvivenza del 70% della popolazione, arrivano tutti (e dico tutti) da Israele? Che poi sul fatto che il 70% della popolazione di Gaza dipenda dagli aiuti umanitari ci sarebbe parecchio da ridire visto che secondo dati obbiettivi solo il 9% della popolazione di Gaza dipende dall’aiuto internazionale e il più delle volte si tratta di persone con gravi disfunzioni fisiche. Per il resto quasi tutti gli aiuti umanitari che entrano a Gaza finiscono sul mercato andando ad alimentare le casse di Hamas.
Ma il fatto veramente incredibile non è tanto quanto affermato dall’allegro ricercatore dell’Onu, che ha una infinità di buoni motivi per raccontare queste cavolate, quanto piuttosto che qualcuno gli creda. Richard Falk non parla involontariamente di “occupazione israeliana”, ma lo fa consapevolmente per imprimere nella mente della gente che non conosce la realtà di Gaza una visione completamente distorta dei fatti. Non parla di “urgente bisogno di attenzione” senza un buon motivo che poi è sempre il solito, quello di raccogliere fondi milionari da destinare alla causa di Gaza, cioè a quella di Hamas che, lo ricordiamo, è quella di distruggere Israele. Ma quello che più di tutti è incredibile e che dimostra come il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu sia un agglomerato di buffoni antisemiti, è il fatto che da anni nessuno fa cenno alle tantissime violazioni dei Diritti Umani perpetrate da Hamas, come se il gruppo terrorista sia una sorta di ONG benefica.
Ricapitolando quanto detto dall’alcolista dell’Onu:
- Gaza è occupata da Israele e non da Hamas (sono soldati dell’IDF travestiti da terroristi);
- l’acqua della piscina dell’Hotel Al-Mathaf non è adatta al consumo umano;
- il 70% della popolazione di Gaza è costretta a comprare da Hamas gli aiuti umanitari che Israele fornisce gratuitamente;
- l’Unione Europea dovrà finanziare un’altra volta il desalinizzatore da 300 milioni di euro.
Punto, tutto il rapporto di Richard Falk si può concentrare in questi pochi punti. E adesso ditemi se al Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu non sono dei fenomeni da baraccone.
Miriam Bolaffi