La Jihad Islamica ha dichiarato ieri sera di accettare la tregua voluta dai Comitati di Resistenza Popolare e di interrompere il lancio di missili contro Israele. A dichiararlo è stato il portavoce del gruppo terrorista, Nasiz Azzam, il quale ha precisato che la tregua è in vigore dalle 01,00 di questa notte.
L’annuncio arriva poco dopo che un aereo israeliano aveva ucciso due terroristi appartenenti alle Brigate al-Quds che si apprestavano a lanciare missili su Israele, fatto questo che aveva portato il gruppo terrorista a minacciare pesanti ritorsioni verso i civili israeliani.
E sono proprio le Brigate al-Quds a far temere che la tregua non reggerà. Ieri sera, poco dopo l’annuncio delle Jihad islamica, il gruppo terrorista ha fatto sapere che non rispetterà la tregua e che, anzi, intende intensificare il lancio dei missili. Uno dei dirigenti del gruppo armato palestinese, Abu Ahmad, ha detto infatti che “deplora l’atteggiamento di Hamas che tratta con il nemico” e ha aggiunto minacciosamente che “fino a ieri gli israeliani sotto il tiro dei missili erano un milione, da oggi saranno tre milioni” ventilando quindi l’ipotesi di un utilizzo di razzi con maggior portata rispetto a quelli lanciati fino ad oggi su Israele.
La tregua, mediata dall’Egitto con Hamas, non è stata fino a ieri rispettata dai gruppi minori che operano a Gaza tanto che sono decine i razzi piovuti nel sud di Israele negli ultimi giorni. Tuttavia Israele non ha reagito con particolare veemenza puntando piuttosto ad azioni mirate. Ma se il lancio dei missili proseguirà la prudenza dimostrata da Gerusalemme potrebbe essere soppiantata dalla necessità obbiettiva di salvaguardare la vita di milioni di israeliani che abitano il sud del Paese, il che vorrebbe dire azioni più incisive e portate direttamente sul terreno.
Secondo Protocollo Israel