Il 19 settembre 1893 la Nuova Zelanda diventava il primo paese autonomo al mondo a concedere alle donne il diritto di voto alle elezioni parlamentari.
Ma per il 128esimo anniversario di una così importante evoluzione riguardante l’emancipazione femminile c’è ben poco da gioire.
L’Afghanistan è di nuovo piombato nel medioevo islamico mentre in tutto l’islam l’emancipazione femminile è al palo.
E non è che dalle parti cristiane le condizioni siano chissà che. I femminicidi, anche legati proprio alla emancipazione femminile, sono all’ordine del giorno. E c’è addirittura chi li giustifica.
Anche in occidente le donne non possono ancora fare tutto quello che è concesso all’uomo. Niente a che vedere con la condizione femminile nell’Islam, ma c’è di che discutere.
«Un mondo con una rappresentanza di genere equilibrata è un mondo migliore, più sicuro e più prospero» ha detto un diplomatico neozelandese nel ricordare il 128esimo anniversario della importante ricorrenza.
«In un mondo in cui molte persone danno ancora per scontato che le persone in ruoli di alto profilo debbano essere uomini, questo tema rimane vitale» ha poi continuato.
Donne in politica ancora sottorappresentate
A marzo, nel suo ultimo rapporto annuale Women in Politics 2021, l’Unione interparlamentare (IPU), un’organizzazione globale dei parlamenti nazionali, ha osservato che il mondo «non è ancora sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere in politica entro il 2030», data fissata dalle Nazioni Unite come termine ultimo per raggiungere l’uguaglianza di genere in politica.
Tuttavia gli studi evidenziano come, per la prima volta nella storia, la media globale delle donne in politica abbia raggiunto il 25% anche se con grandi discrepanze tra paesi sviluppati, terzo mondo e paesi musulmani.
La leggenda che l’Islam avrebbe dato Diritto al voto alle donne 1400 anni fa
Tuttavia c’è chi non è d’accordo con la tesi che sarebbe stata la Nuova Zelanda il primo Paese a concedere il diritto di voto alle donne.
Samia Raheel Qazi, un ex parlamentare pakistana, ha affermato che l’Islam ha concesso alle donne tali diritti 1.400 anni fa.
«La mia religione mi ha dato questo diritto 1400 anni fa», ha detto Qazi, che è stata rappresentante di Jamaat-e-Islami, la più grande organizzazione socio-politico-religiosa del Pakistan.
Questa è la leggenda che la Fratellanza Musulmana spaccia per verità, quando in realtà non solo non ci sono prove di quanto affermato, ma sembra del tutto inverosimile anche a livello temporale (l’Islam è apparso nel 700 dopo Cristo).
La realtà è che le donne in buona parte del mondo islamico sono ancora molto indietro (per usare un eufemismo) a livello di Diritti.
Di leggende come questa ce ne sono tante nel mondo islamico (si pensi alla storia per cui secondo Erdogan l’America venne scoperta dai musulmani o che gli indiani d’America vennero massacrati in quanto musulmani), poi andiamo a vedere la realtà e scopriamo che le donne nell’islam in molti casi sono ferme ai tempi della nascita di questa religione.
La realtà ci dice che le donne hanno ottenuto il Diritto di votare solo 128 anni fa e che l’ipotesi di una sorta di parità di genere in politica è ancora lontanissima, anni luce se si guarda al mondo islamico.