Il Medio Oriente è in fiamme. ISIS e Al-Nusra fanno a gara a chi commette l’atrocità più grande, vari gruppi legati all’estremismo islamico sono ai confini di Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente. Hamas ha focalizzato l’attenzione dei media sul conflitto con Israele. Nessuno parla più del nucleare iraniano, passato nel dimenticatoio.
Una maledetta fortuna per gli Ayatollah. Prima la guerra tra Israele e Hamas, una vera e propria guerra di distrazione di massa, poi gli sgozzatori islamici che sterminano intere popolazioni. Cosa potevano pretendere di più in Iran?
Così l’ennesima concessione di Obama agli Ayatollah passa in secondo piano, altri sei mesi di tempo per costruire la bomba atomica senza l’assillo delle sanzioni. Passa in secondo piano anche il fatto che gli Ayatollah abbiano rimesso in funzione il sito di Parchin dove l’AIEA sospetta stiano testando i detonatori nucleari, l’ultimo passo per il collaudo di un ordigno nucleare. Nessuno ha fatto caso all’improvviso viaggio del Direttore della AIEA a Teheran per andare a chiedere chiarimenti agli iraniani, chiarimenti che non ha avuto a giudicare dall’ambiguo comunicato stampa diffuso a seguito del viaggio in Iran.
Nessuno si è mai chiesto come mai per esempio l’Iran non sia intervenuto nel conflitto in Iraq tra i loro fratelli sciiti e i sunniti del ISIS. In fondo nessuno si sarebbe meravigliato, Teheran ha interessi considerevoli in Iraq e da anni controlla il Governo di Baghdad condizionandone la politica. Eppure, salvo pochi elementi, i Pasdaran iraniani non si sono visti. Nemmeno un caccia iraniano ha sorvolato l’Iran. Non un carro armato ha cercato di fermare l’avanzata del ISIS verso Baghdad. Perché? La risposta è drammaticamente semplice: perché lo avrebbero dovuto fare? Con il mondo e i media concentrati sulle stragi di innocenti in Iraq dopo che per mesi sono sati impegnati dal conflitto tra Israele e Hamas, nessuno fa caso a quello che avviene nei laboratori di ricerca iraniani. Così proprio due giorni fa i tecnici iraniani hanno testato una nuova centrifuga per l’arricchimento dell’uranio (IR-8) in palese violazione degli accordi con il gruppo dei 5+1, riprendono tranquillamente i test nel sito di Parchin nel quale gli ispettori della AIEA non possono entrare, ma soprattutto portano avanti con celerità il loro programma di missili balistici.
Gli unici che sembrano preoccupati di tutto questo sono quelli che più ne sono interessati direttamente, Israele. A Gerusalemme non hanno mai perso di vista il rischio che comporta il programma nucleare iraniano. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’abbattimento di un drone israeliano sopra la centrale nucleare di Natanz, notizia mai confermata da Israele ma verosimilmente corretta anche se le immagini diffuse dagli iraniani sollevano diversi dubbi. Tuttavia non sarebbe un fatto eccezionale che Israele cerchi informazioni sul programma nucleare iraniano considerato da Gerusalemme “un pericolo esistenziale”. Debkafile sostiene che il drone sarebbe partito da una base in Azerbaijan il che confermerebbe anche che Israele non ha rinunciato al suo piano di attaccare le centrali nucleari iraniane.
Rimane il fatto che un mondo così distratto dalle tragedie della galassia islamica non può che favorire la corsa dell’Iran verso la bomba atomica. E di certo, furbi come sono gli iraniani, è impensabile che non se ne stiano già approfittati, il tutto con il criminale tacito assenso di Obama.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Adrian Niscemi
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Tutti sono al corrente che l’atomica dell’Iran è in fase finale: Obama, l’UE, Israele, etc..
Il problema non sta nel fatto che non lo sanno, ma in quello che sono i loro progetti e le loro vedute per il futuro.
Forse Obama ed altri pensano che è un bene per l’Iran avere l’atomica, per una maggiore stabilità nella regione, in vista dei nuovi scenari, tra ISIS, Siria ed altri.