E’ francamente assurdo che con tutto quello che sta accadendo in Medio Oriente, i colloqui tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese (ANP) continuino come se nulla fosse e che addirittura gli arabi della Cisgiordania si permettano di dettare condizioni.
Oggi si incontreranno, per la seconda volta in una settimana, la rappresentante israeliana, il Ministro della Giustizia di Gerusalemme Tzipi Livni, e il negoziatore della ANP/OLP Saeb Erekat. Non è dato sapere dove si terranno i colloqui e ambo le parti hanno già fatto sapere che dopo non rilasceranno dichiarazioni. Un black out completo quindi. Secondo indiscrezioni ai colloqui di oggi dovrebbe partecipare anche il rappresentante del Dipartimento di Stato americano, Martin Indyk.
Nonostante la disponibilità di Israele a continuare i colloqui, i messaggi che arrivano da parte araba sono minacciosi e tendono, come sempre, a porre condizioni. L’ultimo è arrivato domenica da Ramallah quando un alto funzionario della ANP ha dichiarato che se Israele non fermerà la costruzione di case a Gerusalemme Est gli arabi si ritireranno dai colloqui. Richieste che non possono essere accolte da Israele in quanto Gerusalemme è la capitale indivisibile dello Stato Ebraico e il suo status non per Israele negoziabile.
Eppure, nonostante da 60 anni questa sia una realtà, gli arabi continuano ad avanzare richieste in tal senso ben sapendo che Israele non vuole e non può accoglierle. Un chiaro metodo per tirare avanti all’infinito le trattative.
Allora, a cosa serve trattare se tanto si sa in partenza che non si arriverà mai a una conclusione? Due giorni fa il Re di Giordania a una precisa domanda sulla popolazione araba della West Bank ha detto che la Giordania sarebbe disposta a integrare con uno statuto speciale la Cisgiordania. Perché non prendere in considerazione questa ipotesi che, per altro, era stata già formulata oltre un anno fa? Oltretutto la Cisgiordania sarebbe territorio giordano e non di una fantomatica Palestina mai esistita.
Quella di una integrazione della Cisgiordania nella Giordania potrebbe essere quindi la soluzione definitiva del problema della popolazione araba che occupa la West Bank. E visto che c’è la disponibilità giordana non si vede perché non possa essere messa rapidamente in atto. Ci libereremmo così di uno dei più annosi (e costosi) problemi del mondo e ci si potrebbe finalmente interessare di cose serie.
Sharon Levi
Bene, sarerebbe la soluzione migliore, così poi si costruirebbe un secondo muro molto più lungo e alto di quello di Gaza, per evitare infiltrazioni terroristiche e quant’altro…………..
Una soluzione da tener ben presente!
Penso sia politicamente impossibile un’annessione con la giordania!
Ci devono essere altre soluzioni, cerchiamo di essere più concreti
Molto simpatica la Sig Sharon Levi..