Caso Gaetano Sparti: censura di Stato (e forse di più) su un caso che fa impallidire quello di Battisti

11 Gennaio 2011

Se vi siete scandalizzati per la pochezza dimostrata dalla diplomazia italiana sul caso di Cesare Battisti è perché non conoscete la vicenda che riguarda un altro italiano che da due anni e mezzo è letteralmente sequestrato negli Emirati Arabi Uniti solo per aver avuto il coraggio di denunciare le connessioni tra alcune ditte americane (una in particolare) e la violazione dell’embargo all’Iran. Quell’italiano si chiama Gaetano Sparti.

Ne abbiamo già parlato in passato e non staremo a fare il racconto di questi due anni e mezzo (basta fare una ricerca nella apposita casella in alto a destra digitando “Gaetano Sparti” per documentarsi), ricorderemo solo che questo cittadino italiano è stato accusato falsamente di aver commesso alcuni reati mai commessi e mai provati allo scopo di tenerlo sequestrato negli Emirati Arabi Uniti senza nemmeno incarcerarlo, cioè impedendogli di lasciare il paese per tornare a casa con qualsiasi mezzo, che sia la diplomazia, l’inganno e persino il complice silenzio delle nostre istituzioni. E si perché va detto (e denunciato) che le Istituzioni italiane in questa storia hanno avuto ed hanno il loro ruolo. Probabilmente non saprete niente di questo onestissimo uomo perché ogni volta che qualcuno ha fatto domande su di lui al Ministero degli Affari Esteri, che sia stato un giornalista o un Parlamentare, la risposta è sempre stata la stessa: non seguite questo caso perché ci sono in ballo interessi colossali, servizi segreti di diversi paesi e segreti di Stato. E così, diligentemente, politici e giornalisti si sono “cortesemente” tirati indietro. Molto meglio parlare di gossip e di stupidaggini varie piuttosto che scontrarsi con “interessi colossali”, con “violazioni dell’embargo all’Iran e ad altri Paesi sotto embargo Onu”, con “imponenti casi di inquinamento ambientale a livello nazionale e globale” e, soprattutto, con interessi politici che vanno ben oltre l’interesse nazionale.

Basti pensare che di questo caso ne è stata interessata l’FBI americana la quale ha ricevuto un dossier esplosivo nel quale si ricostruiscono nel dettaglio reati talmente grandi da far impallidire chiunque, reati commessi da una delle più grandi compagnie del mondo, quotata in borsa e controllata, tra gli altri, da un certo George Soros, cioè un magnate in grado da solo di mettere in difficoltà interi Paesi e sistemi monetari. Quello stesso dossier, inviato all’FBI attraverso l’Ambasciata americana di Roma, è stato inviato anche al nostro Ministero degli Affari Esteri per dimostrare loro quali fossero i motivi per cui il sig. Gaetano Sparti era tenuto sequestrato negli Emirati Arabi Uniti. Noi stessi abbiamo rivelato il sistema per aggirare l’embargo all’Iran usato negli EAU. Risultato? Il silenzio più assoluto, anzi, accentuazione del muro di silenzio su questa vicenda e totale irrigidimento su possibili azioni di aiuto al cittadino italiano, che era ed è abbandonato a se stesso. Persino al Presidente della Repubblica, che su nostra richiesta ha avuto l’ardire di interessarsi personalmente della vicenda, sono state raccontate balle del tipo: “seguiamo il caso con la massima attenzione”, oppure “stiamo facendo tutto il possibile in collaborazione con le autorità locali”. Ma di cosa stiamo parlando? Un anno e mezzo fa abbiamo richiesto al Ministero degli Affari Esteri di rilasciare al sig. Gaetano Sparti un nuovo passaporto in quanto avevamo scoperto con un semplice controllo che il suo nome non risultava inserito nella black list degli EAU e quindi poteva lasciare il Paese. Non ci è stato concesso sostenendo che l’azione avrebbe pregiudicato i rapporti tra Italia e EAU. Le date delle udienze (sempre poi rinviate) le abbiamo comunicate noi. Persino la sentenza di primo grado che ribalta tutte le accuse (nonostante vi sia una condanna a tre mesi per ragioni del tutto incomprensibili) l’abbiamo comunicata noi al Ministero degli Esteri. In due anni e mezzo al sig. Sparti, sotto forma di aiuto, sono stati elargiti poco più di 600 euro quando gli bastano appena per l’affitto di un mese. Una sola visita medica nonostante le precarie condizioni di salute. E’ questo il modo con cui “seguono attentamente la vicenda” riferito al Presidente della Repubblica? (qui la lettera che per rispetto non mai pubblicato per mesi e che non avrei mai voluto pubblicare e di questo ne chiedo scusa al Presidente della Repubblica, ma la situazione è davvero grave per continuare a tacere).

Quello che mi chiedo ora è: perché tutto questo silenzio? Perché rassicurare tutti che il Ministero degli Affari Esteri (me lo ha confermato persino il Ministro Frattini con una mail che sempre per rispetto delle istituzioni non volevo pubblicare ma che pubblico per le stesse ragioni di cui sopra) si sta interessando alla vicenda quando invece si fa di tutto per seppellirla nel silenzio?

La situazione del sig. Gaetano Sparti è drammatica e non c’è più tempo per rassicurazioni fini a se stesse. Io stesso, non lo nascondo, sono caduto nel tranello dell’attendismo dovuto a mille promesse da parte di ogni tipo di entità, promesse mai mantenute in cambio del silenzio su questa vicenda. Ora basta. Chiediamo un immediato intervento del Ministero degli Affari Esteri sulle autorità degli Emirati Arabi Uniti, chiediamo un interessamento del Ministero degli Affari Esteri sul proseguo delle indagini avviate dall’FBI in merito al dossier presentato all’Ambasciata Americana a Roma e, soprattutto, chiediamo una immediata azione di sostegno a favore del nostro connazionale Gaetano Sparti. Questa lettera viene inviata, con in allegato, lettera del Presidente della Repubblica, mail del Ministro Frattini e dossier, a tutti i maggiori Parlamentari di ogni fazione politica aspettandoci da loro una seria interrogazione parlamentare rivolta al Ministro degli Affari Esteri sul caso che riguarda il sig. Gaetano Sparti e sul perché la nostra diplomazia si faccia zittire così da poteri che di politico non hanno niente.  Basta censura di Stato anche con la stampa. Si racconti tutta la verità e se qualcuno ha preso questa vicenda sottogamba(o peggio), ne paghi le conseguenze.

Franco Londei

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