Migliaia di cittadini libanesi sono scesi ieri in piazza Beirut per dimostrare sostegno alla coalizione filo-occidentale denominata “14 marzo” guidata da Saad Hariri e per protestare contro il riarmo e le azioni violente di Hezbollah.
Punto d’incontro è stato Piazza dei Martiri, nel cuore di Beirut. Molte miglia di persone hanno passato la notte di sabato all’addiaccio pur di essere tra le prime file davanti al palco dove parlava Hariri. Sono stati mostrati alcuni filmati tra i quali uno in particolare ha colpito i partecipanti alla manifestazione, quello dove si vede un miliziano di Hezbollah stracciare la bandiera libanese e issare quella di Hezbollah.
Hariri ha chiesto ad Hezbollah di abbandonare le armi e di riconoscere l’esercito libanese come unica forza armata nazionale. L’ex premier ha anche criticato per la prima volta il comportamento della forza multinazionale UNIFIL 2 che, nelle intenzione, sarebbe stata deputata a evitare il riarmo di Hezbollah ma che in realtà ha fatto ben poco per evitarlo. I manifestanti hanno chiesto al Governo di “mettere sotto il proprio controllo le armi di cui dispone Hezbollah” per rendere il Libano veramente libero e democratico.
Sul Libano pesa ancora la decisione del Tribunale Internazionale sull’omicidio di Rafik Hariri che, secondo indiscrezioni, avrebbe messo sotto accusa alcuni alti rappresentanti di Hezbollah. Il movimento terrorista sciita ha minacciato di prendere con le armi il controllo del Libano se ciò avvenisse. I risultati dell’inchiesta dovevano essere resi noti i primi giorni di gennaio ma, a distanza di due mesi, non se ne sa ancora niente.
Secondo Protocollo Medio Oriente