Come tanti altri Stati prima di lei, ieri anche la Norvegia ha deciso di tagliare gli aiuti ai palestinesi a causa dei libri delle scuole primarie e secondarie che contengono informazioni fortemente antisemite.
Non solo. Il partito di destra Fremskrittspartiet (FrP) o Partito del Progresso, che ha spinto i legislatori norvegesi a questa scelta, ha spiegato che parte del denaro dei contribuenti norvegesi sarebbe andato nei vitalizi dei terroristi.
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“I contribuenti norvegesi non pagheranno lo stipendio mensile ai terroristi”, ha detto in una dichiarazione pubblicata sul sito web del FrP il parlamentare Himanshu Gulati, vicepresidente di Friends of Israel.
“Quando la Norvegia fornisce aiuti alla Palestina, il denaro va nella stessa economia che viene utilizzata anche per pagare gli stipendi dei terroristi prigionieri”, ha poi aggiunto chiedendo ulteriori tagli agli aiuti dell’Autorità Palestinese fintanto che continuerà a sostenere le famiglie di coloro che sono detenuti nelle carceri israeliane per gravi fatti di terrorismo.
L’Autorità Palestinese è stata spesso accusata di diffondere visioni antisemite e radicali tra gli scolari attraverso i programmi delle sue scuole.
Anche quest’anno, nonostante gli impegni presi con la comunità internazionale, i libri di testo delle scuole palestinesi hanno mantenuto lo stesso tenore del passato inculcando odio verso gli ebrei e in particolare verso gli israeliani con accuse false e tendenziose.
Nonostante siano sempre di più gli Stati che per i motivi di cui sopra hanno deciso autonomamente di tagliare gli aiuti ai palestinesi, l’Unione Europea continua imperterrita a sostenere l’Autorità Palestinese.
Anzi, sembrerebbe che l’Alto Rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, sia intenzionato a compensare gli aiuti che volta per volta gli stati revocano ai palestinesi e questo nonostante da più parti gli venga fatto notare l’uso che fanno i palestinesi del denaro donato loro. Ma evidentemente l’antisemitismo e il finanziamento del terrorismo non disturbano il sonno di Mr. Borrel.