Aggressione turca al Kurdistan. Un regalo ai terroristi islamici

22 Gennaio 2018

Erbil, Kurdistan iracheno (Rights Reporter) – L’operazione militare turca contro i curdi siriani delle Unità di Protezione Popolare (Ypg) nell’area di Afrin rischia di ridare fiato a ISIS e se addirittura Erdogan dovesse ordinare di allargare tale operazione anche verso est, cioè all’area di Manbij, allora probabilmente assisteremo a una guerra nella guerra all’interno del conflitto siriano.

E’ questa la valutazione che da il think-tank americano Institute for the Study of War della decisione del dittatore turco di attaccare l’enclave curda di Afrin, in Siria.

Ma secondo gli esperti americani ci sarebbe anche un accordo tra Turchia e Russia che da un lato prevede che i russi lascino mano libera ai turchi i quali in cambio aiuteranno i russi nella “normalizzazione” della provincia di Idlib. Non sarebbe infatti un caso che la Russia abbia ritirato tutto il proprio personale dall’area di Afrin poco prima dell’attacco.

Rischio escalation

Nella enclave curda di Afrin non ci sono militari americani, alleati dei curdi del Ypg che Ankara considera terroristi, ma nell’area di Manbij ce ne sono almeno 5.000 e non si sa cosa succederebbe se, come sembra, Erdogan dovesse decidere di lanciare una offensiva anche in quell’area. Gli americani hanno già fatto sapere che non lasceranno campo libero ai turchi, ma la cosa non sembra preoccupare Erdogan deciso a mettere le mani su tutto il Kurdistan siriano anche a costo di favorire così i terroristi di ISIS.

Proteste nel Kurdistan turco

Intanto questa mattina si registrano diverse manifestazioni di protesta nel Kurdistan turco. Secondo i manifestanti curdi la Turchia ha dato il via alla «eliminazione del popolo curdo». In una conferenza stampa tenutasi poco fa a Diyarbakir i partiti curdi e quelli della opposizione hanno rilasciato una dichiarazione nella quale si afferma che Erdogan punta a ripulire la Siria dalla presenza curda per evitare la nascita di una nuova enclave curda.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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