Trenta corpi completamente bruciati. E’ il risultato dell’ennesimo attacco aereo turco in Kurdistan. Solo che le vittime non sono nemmeno guerriglieri del PKK ma semplici contadini o, forse, un gruppo di contrabbandieri.
Secondo fonti curde l’attacco aereo sarebbe avvenuto nei pressi del confine iracheno. Un caccia turco avrebbe colpito in maniera indiscriminata un gruppo di persone che transitava nei pressi del confine con l’Iraq, probabilmente pensando che fossero miliziani del PKK. Sul terreno sono rimasti 30 corpi mentre i feriti sarebbero una decina.
«E’ un atto criminale senza precedenti» ha detto alla stampa Fehmi Yaman, sindaco di Uludere una città in provincia di Sirnak. «I turchi sapevano benissimo che quelli non erano miliziani del PKK ma hanno colpito ugualmente».
Negli ultimi mesi l’aviazione turca ha intensificato notevolmente i raid aerei sulle province del Kurdistan uccidendo decine di civili e distruggendo diversi villaggi, senza che una sola voce di protesta si levasse dal mondo del pacifismo. Ci chiediamo cosa sarebbe successo se l’aereo fosse stato israeliano e i 30 morti fossero stati palestinesi.
Secondo Protocollo Israel